Con gli occhi di un cieco: la lezione della “cena al buio”
Da oltre dieci anni l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Cuneo organizza questo evento speciale per sensibilizzare il pubblico rispetto alla disabilitàSi è fatta ormai conoscere, in tutta la provincia, la cena al buio organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) di Cuneo.
L’associazione, da oltre 10 anni, vuole sensibilizzare i vedenti sulle problematiche della cecità. E così anche a Centallo è approdato, per la prima volta, l’evento, presso il circolo Acli “Movimento Giovanile Centallo”, meglio conosciuto come “Il Movi”. Inizialmente era stata prevista la sola serata di sabato 3 dicembre, subito andata in sold out, ed è quindi stata aggiunta una seconda data per venerdì 2 dicembre. Venticinque euro il costo per l’ingresso alla cena, di cui 10 euro sono destinati a sostenere l’Unione Italiana dei Ciechi.
È soprattutto grazie all’Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi (U.N.I.Vo.C.) che le cene al buio possono concretamente realizzarsi. L’U.N.I.Vo.C. è infatti un’associazione di volontariato che collabora con l’UICI, a sostegno delle attività da quest’ultima organizzate.
Non è raro che, dopo aver partecipato ad una cena al buio, si decida di entrare nell’associazione. “Sono venuto a conoscenza di questa iniziativa alcuni anni fa, grazie a un amico non vedente; in quegli anni avevo partecipato a 2-3 cene al buio” esordisce uno dei volontari presenti al Movi: “Ricordo la prima esperienza, quel buio totale in un locale che non conoscevo, la difficoltà nel pescare il cibo con le posate, il versare l’acqua in un bicchiere, tutte cose normalissime - per chi ci vede - e il parlare a voce alta, quasi a cercare l’interlocutore invisibile. In questo ultimo anno mi trovo però dall’altra parte, non come commensale, ma come volontario, per dare una mano nell’organizzazione”.
Ristoranti, parrocchie e associazioni hanno sempre mostrato molta disponibilità ad accogliere l’evento. Il lavoro preliminare inizia con una visita ai locali, insieme a una persona non vedente, per verificare la fattibilità della cena: finestre e qualunque fonte di luce da coprire con appositi teli, distanza della cucina, spazi per potersi muovere coi carrelli portavivande, disposizione dei tavoli, scelta del punto dove montare il tunnel (è il punto d’ingresso alla sala da pranzo). Un attimo prima della cena se ne spiega il significato: sensibilizzare le persone sulle problematiche della cecità, facendo provare un’esperienza durante la quale si useranno gli altri sensi. Poi si chiede di spegnere i cellulari e di non uscire dalla sala se non accompagnati dai camerieri. Si arriva così alla cena: i camerieri non vedenti accompagnano le persone a gruppetti di due o tre all’interno della sala, attraverso il tunnel e da lì in poi sarà buio totale. “Quello che mi colpisce di più di queste cene è la bravura dei miei amici non vedenti nel servire ai tavoli e, soprattutto, la capacità e la voglia di mettersi in gioco superando la disabilità”, sottolinea il volontario.
I partecipanti all’iniziativa sono sempre numerosi e, in base alla capienza del locale, si ospitano da un minimo di 25/30 persone a un massimo di 50/55 circa per serata, a volte per due serate consecutive.
Federico Mellano
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