Consegnati a Caramagna cinque “Aratri d’oro” e il premio “Orgoglio agricolo”
La consegna dei riconoscimenti al termine dell’assemblea annuale della Confagricoltura di CuneoAl termine dell’assemblea annuale della Confagricoltura di Cuneo a Caramagna Piemonte sono stati consegnati gli “Aratri d’oro”, riconoscimenti che l’organizzazione professionale attribuisce ad agricoltori suoi associati che si sono particolarmente distinti nella loro attività. Sono stati premiati: Guido Barale (Lagnasco), Giuseppe Consolino (Centallo), Pierdino Olivero (Racconigi), Vittorio Pesca (Diano d’Alba) e Maria Teresa Ballauri (Vicoforte), assente per motivi personali. Il premio “Orgoglio agricolo” è andato, invece, ad Antonio Ferrero (Ceresole d’Alba) per il suo gesto di solidarietà verso l’allevatore Giacomino Olivero di Sommariva Bosco che, nell’agosto del 2020, ha perso in poche ore cinquanta capi per avvelenamento da sostanze tossiche assorbite dal sorgo. Di ciascuno riportiamo una breve scheda biografica.
Guido Barale (Lagnasco) – “Aratro d’oro”
Guido Barale nasce il 7 novembre 1943 a Savigliano, da una famiglia di casari. Fin da bambino, insieme ai suoi due fratelli, inizia a svolgere semplici lavori presso aziende agricole della zona, imparando il mestiere. Dopo qualche anno, viene assunto come dipendente agricolo giornaliero. Nel 1973 si sposa con Maria Lucia Pansa e l’anno successivo nasce il figlio Mario. Nei primi anni ‘70 Guido, coadiuvato dalla moglie, intraprende l’attività di coltivatore diretto e avvia una sua azienda agricola, conducendo dei terreni in affitto a Savigliano, in frazione Cavallotta, interamente coltivati a frutteto. Nel 1982 insieme alla famiglia si trasferisce a Lagnasco, dove prosegue l’attività agricola e acquista i primi terreni coltivati sempre a frutteto.
Terminati gli studi, il figlio Mario decide di affiancare i genitori nell’attività di famiglia e nel 2001 ne diviene titolare, costantemente supportato dal prezioso aiuto del papà Guido. Nell’inverno 2003 Mario si sposa con Federica, dalla cui unione nascono Carola e Andrea.
Negli anni l’azienda agricola si ingrandisce, raggiungendo circa 30 ettari coltivati a frutteto e piccoli frutti. Nel 2008 Guido e Mario costituiscono una nuova società denominata “Carola.B” a Savigliano, in frazione Cavallotta, che consta di circa 10 ettari di frutteto. La famiglia subisce una dolorosa perdita nel 2013, quando, in seguito ad una malattia, viene a mancare Maria Lucia, privando l’azienda di un valido aiuto.
L’attività è in continua espansione, anche grazie alla costruzione di un magazzino adibito a stoccaggio, lavorazione e commercializzazione della frutta. Guido continua a seguire ancora oggi con entusiasmo le scelte del figlio e, seppur in pensione, prosegue a non far mancare il suo valido e prezioso aiuto in azienda.
Giuseppe Consolino (Centallo) – “Aratro d’oro”
Giuseppe Consolino nasce a Centallo il 4 agosto 1952, primo dei quattro figli di Nicolao e Rosa Catterina, titolari di un’azienda agricola in località Roata Chiusani dedicata all’allevamento di Piemontesi per la vendita di vitelli da ristallo e alla coltivazione di cereali e foraggi su una trentina di giornate piemontesi.
Fin da ragazzo aiuta i genitori nelle attività di famiglia, prima saltuariamente alternando il lavoro in campo con quello in fabbrica e successivamente, dopo la morte del padre, a tempo pieno prendendo le redini dell’azienda e diventandone il titolare.
Nel 1976 sposa Silvia che lo supporta nei lavori in campo come coadiuvante. Nel 2015 Giuseppe, a malincuore, si trova a dover chiudere l’allevamento e a convertire l’azienda puntando su seminativi e fagioli borlotti rampicanti, che ancora oggi rappresentano il fulcro della produzione aziendale.
La famiglia Consolino è legata a Confagricoltura da tre generazioni e Giuseppe ha proseguito questo percorso dimostrandosi negli anni un socio fedele e attivo, sempre presente nei momenti importanti della vita associativa. Inoltre, è membro della Commissione Agricoltura del Comune di Centallo, nonché consigliere del Consorzio irriguo Ronchi Miglia. Giuseppe ha un ruolo attivo anche nel sociale: da oltre dieci anni è volontario della Croce Rossa Italiana e da tempo presta servizio a Centallo come “nonno vigile”.
Pierdino Olivero (Racconigi) – “Aratro d’oro”
Pierdino Olivero nasce l’11 agosto 1952 a Racconigi, da una storica famiglia di agricoltori attiva da oltre un secolo. È il 1914 quando il bisnonno di Pierdino, Giorgio, si trasferisce con il figlio Pietro nella cascina reale “Tetti Botti” a Racconigi, affittandola direttamente dai Savoia. Nel 1973 il papà Bartolomeo insieme ad un giovane Pierdino acquista dalla famiglia reale l’intera cascina, con un totale di 100 giornate destinate all’attività cerealicola ed allevamento di bovini piemontesi. Nel 1978 vengono celebrate le nozze tra Pierdino e Maria Grazia Porello, dalla cui unione nascono Silvio e Stefano.
Negli anni, l’azienda evolve diventando una realtà all’avanguardia nella coltivazione dei cereali e, in particolare, del mais: parte della produzione, infatti, è dedicata alla sperimentazione e alla realizzazione di prove varietali in collaborazione con istituti di ricerca e ditte sementiere del territorio. Nel 2020 Pierdino insieme ai due figli costituisce la società agricola Olivero S.S., specializzata nella coltivazione dei cereali, celebrando così la quinta generazione in attività.
Pierdino ha ricoperto molti ruoli istituzionali in ambito agricolo: è stato presidente ANGA Cuneo per oltre dieci anni, consigliere di Confagricoltura Cuneo e membro della sezione provinciale Cerealicola, componente della Commissione Agricoltura del Comune di Racconigi e vice presidente della Coutenza Canali Racconigi-Carmagnola. Uomo dalle spiccate capacità professionali ed imprenditoriali, Pierdino rappresenta per Confagricoltura un esempio di come la sinergia tra tradizione e innovazione porti a grandi risultati.
Vittorio Pesca (Diano d’Alba) – “Aratro d’oro”
Vittorio Pesca nasce a Diano d’Alba il 10 marzo 1953. Terminate le scuole medie, lavora per alcuni anni in una panetteria del paese e, nel tempo libero, aiuta i genitori nell’attività agricola.
All’età di 20 anni si iscrive come coadiuvante ed inizia a lavorare a tempo pieno nell’azienda di famiglia allora condotta in mezzadria, coltivando vigneti, seminativi, prati ed allevando alcuni capi di bestiame.
Con la forza di volontà e la tenacia che lo contraddistinguono, nel 1986 riesce ad acquistare i terreni e i fabbricati fino ad allora condotti, convertendo la gestione dell’azienda dalla mezzadria alla conduzione diretta.
Nel 1987 sposa Bruna, con la quale avrà due figli: Marco e Federico. L’impegno costante ed i grandi sforzi gli consentono negli anni successivi di ampliare l’azienda, impiantando nuovi vigneti grazie all’acquisto di porzioni di terreno confinanti. Con l’aiuto dei figli, Vittorio inizia a vinificare parte delle uve prodotte nei 10 ettari di proprietà, producendo diversi vini Doc: Dolcetto di Diano, Nebbiolo d’Alba e Barbera d’Alba. Vittorio, da sempre associato a Confagricoltura, anche dopo la sopraggiunta pensione continua ancora oggi insieme alla moglie ad aiutare e consigliare i figli nei lavori agricoli, e forte della sua esperienza, con sicura soddisfazione per l’impegno profuso negli anni, ne raccoglie i meritati frutti.
Maria Teresa Ballauri (Vicoforte) – “Aratro d’oro” (assente per motivi personali)
Maria Teresa Ballauri nasce a Mondovì il 6 settembre 1947. Dopo il liceo classico, prosegue gli studi frequentando la facoltà di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Torino. Nel 1974 si sposa con Pier Franco Blengini e insieme decidono di trasferirsi nella cascina di famiglia “Monsignore” a Vicoforte. Nel 1976 nasce il primo figlio Giuseppe e nel 1983 il secondogenito Filippo.
Dopo la morte nel 1992 di Fiorenzo Garelli, affittuario che da oltre 20 anni conduceva la cascina dedicandosi all’allevamento di vacche e alla produzione di fieno, Maria Teresa prende le redini dell’azienda, sostenendo nel 1996 a Cuneo l’esame per diventare imprenditrice agricola.
Maria Teresa decide di convertire l’azienda puntando al vitivinicolo, avviando così la produzione del Dolcetto delle Langhe Monregalesi DOC, denominazione che nel 2011 sarà accorpata a quella del Dogliani DOC.
Successivamente inizia a coltivare il Riesling, seguito da Chardonnay e Pinot Noir, che danno inizio alla produzione dell’Alta Langa Monsignore. Con il sopraggiungere della pensione per Maria Teresa, l’azienda viene assorbita dalla Monsignore SSA del figlio Giuseppe Blengini e di sua moglie Roberta Ceretto, che attualmente coltivano 12 ettari di vigneti.
Nei circa 30 anni di attività come imprenditrice agricola, Maria Teresa ricopre diversi incarichi di rappresentanza per Confagricoltura: viene nominata delegata per il CIF-Comitato per l’Imprenditoria Femminile, si dimostra membro attivo di Confagricoltura Donna, di cui riveste il ruolo di rappresentante provinciale e di vicepresidente regionale, e viene eletta in seno al Consiglio di Amministrazione di Condifesa. Inoltre, è membro dell’associazione nazionale Donne del Vino.
Antonio Ferrero (Ceresole d’Alba) – “Orgoglio agricolo”
Antonio Ferrero nasce il 6 maggio 1960 a Torino. Dopo la scuola, inizia a collaborare come coadiuvante nell’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo-zootecnico del papà Giovanni a Ceresole d’Alba, presso la Cascina Santa Laura.
Nel 1993 si insedia in azienda con il fratello Massimo creando la Ferrero Fratelli società semplice agricola. Dopo aver proseguito per qualche anno l’attività di ingrasso di capi francesi, a causa della crisi dovuta alla diffusione della BSE (meglio conosciuta come morbo della “mucca pazza”), i fratelli decidono di convertire l’allevamento in linea vacca vitello di razza Piemontese e di diversificare la coltivazione dei cereali attraverso la messa a dimora di fragole e peperoni sotto serra. Attualmente in pensione, Antonio continua ad aiutare il fratello Massimo nell’azienda di cui è rimasto socio.
Da sempre associato alla Confagricoltura, ciò che rende Antonio un vero “Orgoglio agricolo” si riassume in un gesto ammirevole che risale all’agosto 2022. Giacomino Olivero di Sommariva Bosco porta al pascolo i suoi 160 capi che da lì a poche ore iniziano ad accasciarsi al suolo. Sarà di 50 il bilancio delle vacche (molte delle quali gravide) morte avvelenate. Dopo alcuni giorni, non ci sono dubbi sulla causa della strage: avvelenamento da sostanze tossiche assorbite dal sorgo, che in stress idrico sviluppa acido cianidrico letale per bovini. Quando gli animali ingeriscono il vegetale, infatti, ad essere colpito è il sistema nervoso centrale, fino a provocare il collasso cardiocircolatorio e la successiva morte per asfissia. Antonio, venuto a conoscenza dei fatti tramite il veterinario che segue entrambe le aziende ed avvisato delle difficoltà di Giacomino Olivero alle prese con un danno superiore a 150.000 euro, non esita ad intervenire, offrendogli in dono la vitella con la genetica migliore presente in azienda come segno di incoraggiamento per ripartire. Il gesto di solidarietà, preso da esempio anche da altri allevatori, ha dato una concreta possibilità all’azienda colpita dalla tragedia di poter ripartire da subito nella propria attività.
c.s.
CARAMAGNA PIEMONTE Confagricoltura