Covid, smog e carenze della sanità pesarono sull’eccesso di mortalità nella prima ondata in Piemonte
Anche la vicinanza all’area di Milano tra i fattori determinanti. Tra metà febbraio e fine giugno 2020 in regione furono registrati 4.102 decessi e 29.514 ricoveriSono state la vicinanza all’area metropolitana milanese, l’inquinamento atmosferico e le carenze strutturali della sanità i principali elementi che hanno contribuito a diffondere i contagi di Covid in Piemonte con “un impatto della prima ondata epidemica tra i più duri” in Italia.
È quanto si legge nell’Atlante dei contagi presentato oggi al Cnr a Roma. Nel capitolo dedicato al Piemonte, il rapporto ricorda i 4.100 decessi accertati, per la maggior parte fra la dodicesima e la ventunesima settimana dall’inizio dell’epidemia, con il picco alla sedicesima (602 morti). Complessivamente tra metà febbraio e fine giugno, il Piemonte ha registrato 29.514 ricoveri in ospedale di pazienti con Covid, 2.957 in terapia intensiva, 4.102 decessi, 122.229 casi di positività al virus.
Per l'impatto che il Covid-19 ha avuto sulla regione, Istat e Iss hanno inserito nell’elenco delle Province ad alta diffusione tutte quelle piemontesi, ad eccezione di Cuneo (media diffusione).
A seconda delle province - evidenzia ancora l’atlante dei contagi - “l’eccesso di mortalità inizia a manifestarsi tra l’ottava e la decima settimana (cioè tra metà febbraio e la prima settimana di marzo) e raggiunge rapidamente la sua massima intensità tra la tredicesima e la sedicesima settimana (vale a dire tra la terza settimana di marzo e metà aprile), apparentemente con una sorta di effetto domino tra le diverse aree provinciali”. Il rapporto mette in risalto come la “prossimità, pur in uno scenario di iper-mobilità e complessità di relazioni, possa comunque giocare un ruolo importante nelle dinamiche spaziali di un’epidemia”.
Redazione
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