Cresce il "grado di internazionalizzazione" del Piemonte
Unioncamere ha sintetizzato in un unico indice i numerosi tasselli che concorrono a misurare l’apertura internazionale del territorioUnioncamere Piemonte ha sintetizzato in un unico indice di internazionalizzazione i numerosi tasselli che concorrono a misurare l’apertura internazionale del territorio, con l’obiettivo di verificarne l’evoluzione nel tempo e di effettuare confronti con altre realtà regionali di riferimento.
L’indice si compone di due sottocategorie - indice di internazionalizzazione economica e indice di internazionalizzazione sociale -, ciascuna declinata in tre indici elementari. La prima rappresenta la sintesi degli indici che misurano la propensione al commercio internazionale di merci e servizi, il grado di attrattività degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) e il lavoro straniero; la seconda sintetizza, invece, gli aspetti legati alla presenza della popolazione straniera, al turismo internazionale e alla formazione internazionale.
Il calcolo del grado di internazionalizzazione restituisce, per il 2023, la fotografia di un territorio regionale più internazionalizzato sia rispetto al passato che alla media nazionale.
“I dati confermano la crescente internazionalizzazione del Piemonte, sia in termini economici che sociali. L'aumento del commercio internazionale, l'attrattività per gli investimenti diretti esteri e la presenza di una forza lavoro sempre più diversificata sono segnali inequivocabili di una regione dinamica e proiettata verso i mercati globali. L'indice sottolinea anche l'importanza di un'internazionalizzazione a 360 gradi: la presenza di una comunità straniera sempre più integrata, il crescente flusso turistico e l'attenzione verso la formazione internazionale sono elementi fondamentali per costruire un territorio aperto e cosmopolita. Questi risultati sono il frutto di un impegno condiviso da parte di tutte le istituzioni, delle imprese e dei cittadini. Il sistema delle Camere di commercio, in particolare, continuerà a svolgere – in collaborazione con la Regione Piemonte e il Ceip - un ruolo di primo piano nel supportare le imprese piemontesi nella loro espansione internazionale, offrendo servizi e strumenti sempre più efficaci” ha dichiarato il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia.
Fatto pari a 100 il valore dell’indice calcolato per il 2018, oggi il grado di internazionalizzazione del Piemonte è superiore a quel dato di circa 17 punti percentuale. Dopo la sostanziale stazionarietà registrata nel 2019 e il brusco arretramento subito nel 2020, negli ultimi tre anni l’apertura internazionale del Piemonte è risultata costantemente in crescita.
Concentrando l’attenzione sull’ultimo anno, il 2023 ha registrato un importante sviluppo del valore dell’indice complessivo, cresciuto di oltre cinque punti percentuale rispetto all’anno precedente. La dinamica positiva dell’indice globale rappresenta la sintesi di un incremento di analoga intensità delle componenti economica e sociale: l’indice di internazionalizzazione economica è, infatti, cresciuto del 5,6% rispetto al 2022, mentre la componente sociale ha registrato un incremento del 5,0% su base annua.
Entrando nel dettaglio dei singoli tasselli, si segnala il contributo positivo fornito da tutti gli indici elementari, pur con intensità differenti.
Sul fronte economico, il tassello che ha fornito la spinta maggiore è quello legato alla presenza degli stranieri nel mercato del lavoro locale (sia per quanto concerne la dimensione del lavoro dipendente, sia per quanto riguarda la componente imprenditoriale), che ha registrato una crescita a doppia cifra rispetto al 2022 (+11,2%). Il grado di attrattività degli IDE è aumentato dell’8,1%, mentre la propensione al commercio internazionale di merci e servizi è aumentata su base annua di un solo punto percentuale.
Per quanto riguarda la sfera dell’internazionalizzazione sociale, gli impulsi più sostenuti sono giunti dalle progressioni prossime ai 6 punti percentuale messe a segno dagli indici che misurano la quota di stranieri tra gli iscritti presso gli Atenei piemontesi (+6,3%) e la rilevanza degli stranieri sulle presenze turistiche complessive (+5,7%). In crescita anche l’indice che valuta la presenza degli stranieri tra i residenti in Piemonte (+3,1%).
Nel 2023 il Piemonte appare, inoltre, più internazionalizzato della media italiana: posto pari a 100 il livello d’internazionalizzazione complessivo dell’Italia, quello piemontese è risultato superiore di quasi 16 punti.
Il confronto con il territorio nazionale premia il Piemonte sia sotto il profilo economico, che sociale. Tra i singoli indici elementari, spicca quello della formazione internazionale, che vede il Piemonte superare il dato italiano di circa 65 punti percentuale, seguito dall’attrattività degli IDE (119,0) e dalla propensione al commercio internazionale (117,6). Superiori alla media nazionale anche la presenza di stranieri tra residenti (113,3) e lavoratori (105,6). Il Piemonte risulta, invece, lievemente penalizzato sul fronte del turismo internazionale (95,1).
Anche il confronto tra il livello di internazionalizzazione globale del Piemonte e quello delle altre realtà considerate fa emergere la nostra regione: fatta eccezione per la Lombardia, che vanta un grado di apertura internazionale superiore alla media italiana di oltre quaranta punti, il Piemonte può contare su un livello di internazionalizzazione complessivo superiore a quello medio degli altri territori presi in considerazione.
c.s.
CUNEO Unioncamere