Dai veicoli confiscati alla malavita è nato il campo base dei pompieri di Cuneo
È tra i più attrezzati in Italia e può ospitare fino a 120 soccorritori, pronti a ogni emergenza. Il prefetto lo ha visitato nel giorno dedicato alla Protezione CivileLa “seconda vita” dei veicoli sottratti alla criminalità organizzata comincia nel comando provinciale dei vigili del fuoco di Cuneo. Qui i mezzi vengono riadattati per fornire supporto agli “angeli del fango”, i soccorritori che nel corso di alluvioni, incendi e ricerche di dispersi, o in qualsiasi altra emergenza, sono pronti a mettersi in azione per salvare vite.
“Le forze dell’ordine ci danno una grossa mano” spiegano dal comando, alludendo proprio alla fornitura di mezzi. Quasi tutti i veicoli logistici del campo base arrivano dalle confische: alcune celle frigorifere, ad esempio, sono state tolte dalle grinfie della malavita e oggi ospitano dormitori con cucina. I vigili del fuoco hanno riadattato tutto con i propri fondi, ma ci sono anche spazi con attrezzature più sofisticate, come il centralino mobile che è il “cervello operativo” del campo base. Una pompa da diecimila litri è stata utilizzata durante l’emergenza in Emilia Romagna: un’altra, quattro volte più potente, è in fase di allestimento. Il campo può essere montato in sole quattro ore e ospitare fino a 120 persone: la cucina fornisce quaranta pasti all’ora.
“Questa è la struttura più dotata in Piemonte” sottolinea il prefetto Mariano Savastano, visitando, insieme al comandante provinciale dei vigili del fuoco Corrado Romano e alle autorità, il campo base allestito nel parcheggio del comando di corso De Gasperi. L’occasione è la sesta edizione della settimana nazionale della Protezione Civile, nel corso della quale, su proposta della Prefettura, è stata organizzata una giornata di formazione rivolta a tutti gli attori dell’emergenza: sindaci, forze dell’ordine, volontari, tecnici. “Non devono essere preparati solo i vigili del fuoco” è il monito del prefetto: “Se abbiamo 247 comuni dobbiamo avere 247 piani di emergenza efficaci. Se sono copia incolla, non sono efficaci”.
Perché la prevenzione “non è un concetto vuoto”, ribadisce Savastano, di fronte alla platea di amministratori e membri degli 11 Centri operativi misti (Com) in cui è suddivisa la Granda: “Dobbiamo smettere di parlare di prevenzione solo dinnanzi alle emergenze o a disastro avvenuto: la tendenza spesso è questa, ma la prevenzione si fa quando c’è il sole, in tempo di pace. E servono investimenti di risorse e di tempo”. Bando ai documenti corretti solo sul piano formale, ma che poi nessuno legge e conosce nel momento del bisogno: “In ogni scenario emergenziale ci sono autorità che dicono ‘non siamo stati avvisati’: i sindaci sono i primi chiamati a fare una corretta pianificazione. Dobbiamo chiederci: se il quantitativo di acqua caduto in Emilia Romagna fosse caduto a Cuneo, saremmo pronti?”. Le parole d’ordine che la Prefettura consegna alle amministrazioni sono poche e semplici: “Pianificare, fare esercitazioni e allestire sale operative. In provincia la sala operativa dei vigili del fuoco è il non plus ultra, il livello di efficienza a cui dobbiamo tendere. Ma una sala operativa dovrebbe essere presente in ogni Com”.
Nella giornata di approfondimento su “Il rischio idrogeologico e idraulico. Livelli di criticità. Fasi operative e responsabilità”, insieme al prefetto e al comandante, sono intervenuti anche la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero con una relazione su “Comunicazione e tutela dei cittadini”, il dirigente del settore Protezione civile della Regione Piemonte Gianluca Bernardi e quello della Provincia Giorgio Giraudo.
Andrea Cascioli
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