Dal Kenya alla Granda per visitare la terra di origine di Monsignor Carlo Cavallera
Il missionario della Consolata, scomparso nel 1990, fondò nel 1964 la Diocesi di Marsabit: la scorsa settimana il Vescovo e altri rappresentanti della stessa Diocesi hanno incontrato alcuni suoi parentiLa scorsa settimana una rappresentanza della Diocesi di Marsabit, città del Kenya settentrionale, capoluogo dell’omonima contea, è stata in visita in provincia di Cuneo. Tra di loro c’erano il Vescovo, monsignor Peter Kihara, il vicario Ibrahim Racho, il direttore della Caritas locale Isacko Jirma, insieme a medici, sacerdoti e missionari. Un filo rosso lega il territorio di Marsabit e la provincia di Cuneo: un legame che si traduce nel nome di monsignor Carlo Cavallera, missionario della Consolata di Torino che nel 1964, primo evangelizzatore in quelle terre prevalentemente desertiche, fondò la Diocesi locale diventandone il primo Vescovo. Durante i suoi anni in Kenya si dedicò senza sosta all’evangelizzazione delle varie etnie nomadi locali: samburu, turkana, masai, borana, gabra e altre ancora.
Scomparso nel 1990, ricordato dalle popolazioni locali come un vero e proprio benefattore, nella contea di Marsabit monsignor Cavallera contribuì a realizzare ospedali (su tutti il Sololo Hospital, sostenuto anche da un’omonima onlus con sede a Manta), pozzi, abbeveratoi per il bestiame, centri per la distribuzione di viveri, scuole e chiese. Oggi in Kenya sono a lui dedicate strade e anche un museo. I suoi discendenti dicono di lui: “Era un missionario anomalo: in terre abituate ai coloni i capi tribù erano molto spesso diffidenti con gli stranieri, mentre lui è riuscito a conquistare la loro fiducia”.
Nato a Roata Chiusani nel 1909, Carlo Cavallera visse la sua infanzia a San Benigno. Dopo alcuni anni nel Seminario di Cuneo, divenne missionario della Consolata nel 1925 e nel 1931 fu ordinato sacerdote. A 38 anni fu consacrato Vescovo. Nel frattempo, tra le altre cose, era stato segretario del delegato apostolico di Mombasa, in Kenya. Come Vescovo operò a Nyeri, dal 1947 al 1964, e successivamente nella già citata Marsabit, dove si stabilì fino al suo ritiro, avvenuto nel 1981: nel settembre del 1990 morì ad Alpignano.
Nei giorni scorsi, come detto in apertura, una delegazione della Diocesi di Marsabit è stata ospite in provincia di Cuneo, per visitare i luoghi dove Monsignor Cavallera è nato è cresciuto. Il viaggio è stata occasione per incontrare alcuni parenti del missionario, incontro culminato in un pranzo al “Saloon” di San Chiaffredo nella giornata di sabato 3 giugno. I primi contatti per l’organizzazione dell’incontro erano avvenuti nel 2021, con la visita di due sacerdoti keniani a Manta, grazie all’interessamento di Teresa Parola, nipote di Monsignor Cavallera, deceduta poi lo scorso anno. Già allora il Vescovo Peter Kihara aveva espresso il desiderio di visitare la terra d’origine di un uomo che tanto bene ha fatto per Marsabit e per la sua gente.
a.d.
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