Dalla Regione oltre 2 milioni di euro per la rimozione dell'amianto dagli edifici pubblici
La somma si aggiunge ai 6 milioni di euro già stanziati dalla Giunta Chiamparino a partire dal 2014L’amianto ha provocato e sta ancora causando malattie devastanti e mortali alle persone che ne hanno respirato le parti frantumate. Rimuoverlo, in condizioni di sicurezza, dagli edifici nei quali è presente, costituisce una delle priorità che l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, ha sempre messo in cima alla scaletta degli interventi da promuovere. In base alle direttive della Legge regionale 30 del 2008, la Giunta Chiamparino ha finanziato dal 2014, a favore di Enti pubblici e privati, oltre 8 milioni di euro per risolvere il problema. Recependo i criteri stabiliti dalla stessa Giunta nella delibera approvata a metà febbraio, il bando dell’ultima tranche di contributi è stato predisposto dai tecnici del Settore Servizi Ambientali. A disposizione ci sono 2.050.000 euro. Possono presentare la richiesta i Comuni subalpini per la bonifica di strutture di loro proprietà. Ad eccezione di quelli che ricadono nell’area di interesse nazionale di Casale Monferrato, perimetrata dal Ministero dell’Ambiente nel 2000. Il finanziamento massimo per ogni operazione è di 250.000 euro. I costi ammissibili sono il 100% dell’importo netto delle spese di bonifica e di quelle di ripristino strettamente connessi alla rimozione dei manufatti contenenti amianto. Oltre agli oneri per la sicurezza. Tra le priorità previste dalla gara c’è il risanamento degli edifici scolastici. I lavori finanziati dovranno essere conclusi per il 30 novembre 2020.
Le domande vanno inviate via Pec entro il 15 maggio 2019 all’indirizzo [email protected].
Il bando con le modalità di presentazione delle domande è scaricabile da seguenti link: link 1, link 2. “Con quest’ultimo bando - sottolinea l’assessore Valmaggia - diamo un ulteriore e importante segnale dell’attenzione verso il problema. In particolare, poi, nei confronti dei ragazzi che frequentano le scuole pubbliche, perché proprio a quegli edifici il provvedimento vuole porre il maggiore riguardo. L’obiettivo è di rendere il Piemonte il più possibile libero dal materiale che è molto nocivo alla salute. Gli sforzi compiuti in questi anni dalla Regione sono stati enormi. Concentrati, a livello normativo, nel Piano Amianto regionale approvato all’unanimità, nel marzo 2016, dal Consiglio di Palazzo Lascaris. Dopo otto anni di attesa”.
LA MAPPATURA DELL’ARPA
Sul sito è disponibile la mappatura, avviata nel 2013 e tuttora in corso, relativa alla presenza di amianto negli edifici sul territorio piemontese realizzata dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa). Sono stati presi in considerazione i Comuni con più di 10.000 abitanti e vicino a distretti industriali e territoriali rilevanti. L’ambito di indagine complessivo dell’Arpa si è esteso su un’area di oltre 9.000 kmq, coinvolgendo completamente o parzialmente 600 Comuni per un totale di oltre 3 milioni di abitanti: più del 70% della popolazione piemontese. Invece, la mappatura relativa alla presenza di amianto naturale è stata svolta tra il 2004 e il 2006 ed è attualmente in fase di revisione e aggiornamento.
c.s.
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