Dopo l’intervento a cuore aperto ringrazia il Santa Croce: “Solo nei casi difficili viene fuori l’eccellenza”
Un lettore ricorda le difficoltà affrontate, rivolgendosi a medici, infermieri e personale dei vari reparti che lo hanno accolto: “Grazie a loro oggi sono qui”Riceviamo e pubblichiamo:
Preg.mo Direttore,
seppur sia passato già un po’ di tempo, tempo che mi è servito per comprendere e digerire quanto mi è successo, mi trovo oggi a scriveLe per sottolineare quanta eccellenza si può trovare presso l’Azienda Santa Croce e Carle.
Il due giugno u.s. è cominciata la mia avventura in Pronto Soccorso con un primo ricovero il 3 giugno in Cardiologia, dove mi sono stati posizionati ben 4 stents, e poi dimesso il 7 giugno. Il 19 giugno sono nuovamente stato ricoverato in medicina generale presso la struttura del Carle, in setticemia da stafilococco aureo. A seguito di diverse ulteriori indagini diagnostiche e spostamenti di reparto, sono stato preso in carico dal reparto di cardiochirurgia e seguito dagli infettivologi in quanto lo stafilococco aureo, oltre che nell’articolazione della spalla sinistra e nel polpaccio destro, era andato a colonizzare l’interno del mio cuore, già non propriamente in salute, e ha beatamente ulteriormente devastato sia la valvola mitralica che la valvola aortica, gli anelli che le sorreggono, danneggiando pure la parete che divide il ventricolo dall’atrio, formando all’interno del mio cuore una sacca di pus, e mandato in emorragia una coronaria (non sono medico quindi mi esprimo in base a quanto ho capito). Dopo un difficile intervento a cuore aperto con circolazione extracorporea durata diverse ore sono stato portato in rianimazione cardio chirurgica dove sono rimasto per ben 25 giorni, di cui 17 sedato, intubato, dializzato e non ricordo neanche più cos’altro, prima del mio ritorno in reparto di cardiochirurgia. Infine un bel mese di riabilitazione presso la clinica di Boves, Stella del Mattino.
E per questo intendo ringraziare pubblicamente tutti i reparti che mi hanno ospitato, che con i loro medici, infermieri e personale sanitario mi hanno curato e riconsegnato, credetemi, la vita:
- il reparto UTIC che malgrado le difficoltà dei diversi casi per il tramite dei suoi medici e di tutti gli operatori del servizio che mantengono la capacità di essere vicini ai pazienti;
- il dott. Silvestri con la dott.ssa Racca e tutto lo staff della Medicina interna, che per primi hanno diagnosticato la gravità della mia endocardite;
- il primario di Cardiochirurgia, Dott. Roberto Maurizio che con il Dott. Pilozzi Casado Alberto, i medici anestesisti, Dott.ssa Picco Giada e Dott. Mancardi Mattia e tutto lo staff tecnico, presenti in sala operatoria hanno fatto un lavoro eccellente, perfetto, con una professionalità e capacità che nel mio caso si sono dimostrate fuori dal comune, Grazie anche al Dott. Rosato, al Dott. Capo.
Solo nei casi difficili viene fuori l’eccellenza e so per certo che il mio non è stato un semplice caso da manuale. Hanno tutti dimostrato una capacità e oserei dire un ingegno nell’affrontare una situazione imprevedibile e di gran lunga più complessa di quanto fosse stato possibile preventivare.
Anche il personale del reparto cardiochirurgico, gli infermieri e gli operatori socio sanitari, capaci professionalmente e esperti umanamente nel mantenere un rapporto caloroso in grado di far tornare la voglia di resistere e andare avanti. Merita un grande applauso e tutta la mia riconoscenza tutto il personale della terapia intensiva cardio toracica. Il primo nome che mi torna in mente è il Dott. Vitale, ma tutti i medici del reparto, tutti gli infermieri e gli operatori sanitari, anche il personale delle pulizie in quel reparto hanno un qualcosa in più, una professionalità incredibile, una tenacia ed una umanità rara. Personalmente non ricordo molto, ma mia moglie ha visto con quanta dedizione tutti si prestano nel curare e nell’assistere il paziente non sempre facile che sono stato.
Un grazie particolare se lo meritano anche tutti gli operatori, medici, fisioterapisti, infermieri, operatori sanitari, ma anche i cuochi, della clinica Stella del Mattino di Boves, che da quel semplice corpo quasi inerme che ero al mio arrivo, in poco tempo hanno saputo rimettermi in piedi e restituirmi la voglia di vivere, seppur con un duro lavoro quotidiano, ricompensato con dei pasti eccellenti.
In conclusione direi che speranze di sopravvivere ne avevo poche, per non dire nessuna, ma grazie a queste eccellenze straordinarie sono qui, oggi, a dire grazie, grazie di cuore a tutti quanti.
Pre.mo Direttore, La ringrazio per l’attenzione.
Oscar Giraudo
Redazione
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