Dopo un anno di stop è ripreso il censimento dei camosci nel Parco Alpi Marittime: i risultati
Gli esemplari contati sono 2.654: dato in linea con quello del 2019, ma drasticamente inferiore rispetto a quanto registrato fino al 2008Dopo la battuta d’arresto dello scorso anno, dovuta alla tempesta Alex che ha provocato ingenti danni al territorio e di fatto ha impedito l’accesso a gran parte dell’area, le giornate soleggiate di ottobre scorso hanno consentito al personale di vigilanza del Parco Alpi Marittime, coadiuvato dai colleghi del servizio tecnico e da alcuni studenti, di svolgere l’annuale censimento dei camosci. Il metodo utilizzato è quello del block count (conteggio a vista su area parcellizzata) che consiste nel conteggio degli animali osservati da operatori localizzati in postazioni fisse o in movimento su percorsi predefiniti. Il numero effettivo di animali contati è assimilato alla popolazione minima vitale (MNA) su cui viene calcolata anche la struttura della popolazione.
Nel Parco delle Alpi Marittime il conteggio è avvenuto pressoché sull’intero territorio gestito (125 zone su 128), mentre per problemi tecnico-logistici non è stato possibile completare il censimento sull’intero territorio del Parco naturale Marguareis. Il conteggio esaustivo dell’area protetta delle valli Pesio e Tanaro si svolgerà nel 2022. Il numero complessivo di camosci contati nelle Alpi Marittime è pari a 2654 capi, dato in linea con quanto rilevato nel 2019 (2634), ma di molto inferiore a quanto registrato fino al 2008.
La drastica riduzione dell'ungulato è stata determinata dall'elevata mortalità causata delle copiose nevicate dell’inverno 2008-2009 e dalla contemporanea epizoozia di cherato-congiuntivite (malattia che influisce sulla capacità visiva dell’animale rendendo così più difficoltosi anche gli spostamenti). Gravi perdite nella popolazione sono state procurate anche dal gelicidio (pioggia che gela su terreno scoperto e innevato) dell'inverno 2017-18. Alla repentina flessione demografica procurata dagli eventi naturali non è poi seguita una rapida ripresa. La diminuzione (in termini numerici) della consistenza delle popolazioni di camoscio non sembra però interessare solo il Parco delle Alpi Marittime: altre aree alpine hanno registrato un trend simile. Ad eccezione del verificarsi di eventi straordinari, che possono spiegare cali improvvisi degli effettivi nelle aree interessate, le cause di una diminuzione del numero di animali generalizzato sono oggetto di studio.
Sono confortanti i dati raccolti sulle classi di età e sul sesso dei camosci. La popolazione delle Alpi Marittime risulta ben strutturata e ha una densità media di 10 capi/100 ettari, che corrisponde alla densità biotica media per la specie sull'arco alpino.
c.s.
VALDIERI camosci