Due mesi senza pioggia nè neve: "Viviamo uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni"
Copertura nevosa sulle Alpi ai minimi, portate dei corsi d'acqua sotto le medie. L'Acda invita a un "utilizzo responsabile", in allarme il mondo dell'agricolturaIn Piemonte non si verificano precipitazioni rilevanti, ovvero superiori a 5 millimetri giornalieri di media regionale, dallo scorso 8 dicembre. Due mesi senza pioggia, né neve. “Il Piemonte sta vivendo uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni, in particolare è il quarto più secco dopo il 1989, il 1993 e il 2005. A gennaio le centraline di Arpa hanno registrato 4,8 mm di pioggia a fronte di una media storica del mese di gennaio di 46 mm”, ha spiegato la scorsa settimana il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto: “Una situazione difficile, che viste le previsioni per i prossimi giorni non sembra avere una risoluzione a breve termine”.
Una situazione disastrosa, quella legata alle portate dei corsi d’acqua e della copertura nevosa, evidente nei dati diffusi dalla stessa Arpa a fine gennaio. Le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario della Regione presentano ovunque scostamenti negativi rispetto alla media storica di riferimento: molto significativi i deficit nel bacino del Sesia a nord, del Pellice e del Maira a ovest e della Bormida a sud dove si supera il -70%. Un'emergenza diffusa sull’intero territorio che si traduce in portate praticamente dimezzate sulle aste principali del Po e del Tanaro, in particolare alla sezione del Po a Torino, il 24 gennaio si è registrato un valore di portata di 31 mc/s, vicinissimo al minimo storico di 29,5 mc/s del gennaio 2008.
Su tutti i settori alpini della regione il manto nevoso è al di sotto della norma. Nei pendii in ombra si trova neve a partire dai 1600-1800 metri; la copertura migliora oltre i 2 mila metri, comunque con spessore limitato. Nei pendii al sole il manto nevoso è assente o discontinuo fino ai 2300-2500 metri. Valori complessivi ben al di sotto della media del periodo, con un deficit stimato attorno al -60%. Impressionanti, in questo senso, le immagini scattate da satellite, che evidenziano una superficie alpina coperta dalla neve tra le più ridotte degli ultimi anni. Visibile ad occhio nudo la differenza tra le fotografie scattate in questo inizio di febbraio 2022 e quelle “catturate” nello stesso periodo degli anni scorsi dal satellite Sentinel 3, parte della “missione” Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea (a questo link è possibile vedere le immagini giorno per giorno dal 2016 ad oggi). La copertura nevosa odierna sulle Alpi è quella che in anni “normali” si troverebbe nella seconda metà di marzo, mentre oggi non siamo che all’inizio di febbraio.
Una situazione che nell’immediato sta generando un contesto favorevole per gli incendi boschivi, tantissimi i casi registrati nelle ultime settimane, ma che potrebbe avere ripercussioni pesanti anche nei prossimi mesi e sta mettendo in allarme il mondo dell’agricoltura cuneese e piemontese. Giorgio Bergesio, senatore della Lega e presidente del Consorzio Acque Irrigue Cuneesi, ha detto alcuni giorni fa che “Servono nuove politiche d’intervento, perché questi eventi stanno diventando la norma. Serve il potenziamento degli invasi attraverso le risorse del Pnnr con un piano invasi realizzabile sia in termini autorizzativi che di risorse necessarie. E in generale azioni finalizzate allo stoccaggio di acqua in modo da sopperire ad eventuali carenze, facendone un uso consapevole e parsimonioso”.
La Regione stessa ha chiesto la convocazione urgente di un osservatorio sulla crisi idrica: “La Regione sta già lavorando con grande attenzione a questo problema che colpisce molti settori della nostra vita e della nostra economia - ha detto il presidente Alberto Cirio -. Ciò a cui stiamo assistendo, questa siccità così marcata, ci pone davanti a problematiche su cui interverremo in modo incisivo anche attraverso i fondi del PNRR. Proprio poche settimane fa sono state destinate al Piemonte le prime risorse dedicate alla realizzazione di invasi che, in particolare per il mondo agricolo, possono aiutarci a superare questi momenti di crisi. La Regione, poi, sta lavorando al piano dello sviluppo sostenibile che ci aiuterà nel percorso di un migliore utilizzo della risorsa acqua, a partire dall'evitarne lo spreco”. Sulla stessa lunghezza d’onda Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “È necessario sfruttare bene i fondi del PNRR per potenziare e efficientare la nostra rete irrigua, avviando al più presto la costruzione di invasi che possano raccogliere l'acqua piovana quando si verificano fenomeni estremi e rilasciarla, a servizio dell'agricoltura e dell'ambiente, nei periodi di siccità che, purtroppo, diventano sempre più frequenti”.
Per Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo, “La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti”. Anche la Provincia di Cuneo, con il presidente Federico Borgna, si è mobilitata promuovendo iniziative di accordo tra i consorzi irrigui della Granda: l’iniziativa consiste nel richiedere gli accordi di riparto delle acque disponibili tra i consorzi irrigui per valutare, in caso di necessità, le deroghe al deflusso minimo vitale (dmv) dei corsi d’acqua.
A lungo termine la soluzione individuata da tutti è la realizzazione di invasi artificiali per lo stoccaggio di acqua da utilizzare nei periodi di siccità. Il provvedimento più immediato riguarda invece la riduzione degli sprechi. Negli scorsi giorni l’Acda ha inviato ai Comuni una nota con un “invito all’utilizzo responsabile dell’acqua”, mentre in diversi centri si è provveduto alla chiusura di alcune fontane pubbliche. Nel frattempo le previsioni meteo non annunciano, come da due mesi a questa parte, precipitazioni rilevanti nei prossimi giorni.
Andrea Dalmasso
CUNEO siccità - clima - meteo