Elva, il paese che sta provando a rinascere con i 20 milioni del Pnrr
Nel centro dell’alta valle Maira quasi tutti i lavori previsti sono stati avviati. “Un posto come questo non deve morire” dice il sindaco Giulio RinaudoNel 2022 Elva, un piccolo comune della valle Maira a 1.637 metri di altitudine, era risultata vincitrice della Linea A del “Piano nazionale borghi”, un programma finanziato con i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Piano prevedeva di sostenere economicamente un borgo per regione e provincia autonoma a rischio abbandono o abbandonato, assegnando a ciascuno 20 milioni di euro per la rigenerazione del territorio.
Sono passati due anni dalla vincita del bando e, nonostante le molte polemiche che ha suscitato sul territorio, a Elva i lavori vanno avanti. Il progetto prevede di realizzare undici progetti, di cui alcuni dedicati agli elvesi e altri studiati per attrarre turisti e nuovi futuri abitanti. A Elva, infatti, oggi secondo i dati Istat più recenti risiedono 77 persone, anche se in realtà quelli che ci vivono tutto l’anno sono appena una ventina. L’obiettivo dei fondi del Pnrr stanziati a Elva è proprio quello di rendere il paese di nuovo attrattivo, portando in alta valle Maira un po’ della vita che c’era cent’anni fa.
I 20 milioni vinti da Elva serviranno per finanziare undici progetti, di cui quattro dedicati agli studi universitari: il “Centro studi di alpicoltura” e la “Scuola di pastorizia”, in collaborazione con l’Università di Torino, il “Centro saperi tradizionali delle produzioni alpine” con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la “Scuola Ri-abitare le Alpi” con il Politecnico di Torino. Inoltre, saranno realizzati un osservatorio astronomico, una foresteria alpina che ospiterà gli studenti, un rifugio e un museo immersivo dedicato al pittore Hans Clemer, autore degli affreschi della chiesa di Elva. Infine, sarà installato il teleriscaldamento a biomassa e messa in sicurezza il sentiero chiamato “Vio d’la Cumbo”.
“Tutti i cantieri sono stati avviati tranne quello della “Vio d’la Cumbo” che però partirà a breve. Dovremo concludere i progetti entro il 2026, il tempo non è molto”, dice il sindaco di Elva, Giulio Rinaudo. Le difficoltà sono numerose tra la burocrazia che allunga i tempi, i tanti soldi da gestire e gli interventi della sovrintendenza, ma Rinaudo è convinto che si stia procedendo nella direzione giusta: “Un posto come questo non deve morire. Sarà bellissimo quando nuovi giovani gireranno per il centro del paese”. L’obiettivo non è quello di trasformare Elva in un polo universitario, ma di far studiare a una trentina di studenti e studentesse materie che non potrebbero mai vedere da vicino se fossero affrontate in città.
Al momento a Elva manca la maggior parte dei servizi e pensare che giovani o famiglie possano decidere di trasferirsi in alta valle Maira a quelle condizioni non è facile. Il sindaco però è fiducioso: “Oggi grazie a internet è possibile accorciare le distanze e risolvere tantissimi problemi. La pandemia ci ha dimostrato che fare scuola a distanza, magari per alcuni periodi dell’anno, è possibile. E qua internet funziona benissimo”.
È presto per stabilire oggi se davvero i 20 milioni del Pnrr riusciranno a ripopolare alcuni borghi a rischio abbandono dell’Italia, per ora quello che è evidente è che i lavori proseguono e che il sindaco non è intenzionato a far morire quel piccolo borgo che durante l’inverno viene quasi dimenticato.
Redazione
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