Falso 'Made in Italy' nel bicchiere: Coldiretti contro le etichette ingannevoli
Cade per i vini generici l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine delle uve: la presa di posizione dell'associazioneCade per i vini generici l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine delle uve. La minaccia arriva dalla modifica del Regolamento 607/2009 proposta dalla Commissione UE, in attesa di adozione da parte di Consiglio e Parlamento europeo. In Italia il vino gode da sempre di una normativa sull’etichettatura particolarmente restrittiva, ma a livello comunitario, sin dall’emanazione del suddetto Regolamento, esiste una deroga per gli spumanti generici - cioè non a denominazione DOC o IGT - che consente di indicare come Paese di origine non quello di produzione dell’uva, ma quello in cui il vino è stato spumantizzato. La modifica del Regolamento estende ora tale possibilità ai vini varietali - ossia ottenuti da varietà internazionali coltivate in Italia, come Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon o Shiraz - per i quali si potrà indicare in etichetta il Paese di vinificazione, ma non quello da cui provengono le uve. Sarà, dunque, possibile spacciare per italiano il vino prodotto con uve estere, utilizzando simboli che richiamano il Made in Italy, pur senza alcun legame con i nostri vigneti.
“È un grave passo indietro per un settore che ha fatto da apripista alle politiche sull’origine, un tentativo inaccettabile di ingannare i cittadini e spalancare la strada, anche nel settore enologico, al falso Made in Italy - denuncia il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo -. Coldiretti si opporrà con ogni forza all’adozione del nuovo Regolamento a tutela di produttori e consumatori”.
Come difendersi, intanto? Scegliendo fra i tanti vini a denominazione d’origine dei nostri viticoltori. “In provincia di Cuneo - rimarca Coldiretti - il 95% dei vigneti è iscritto ad una denominazione d’origine. Il nostro territorio vanta 18 DOC e DOCG che ricomprendono quasi 100 tipologie di vini prodotti, per i quali la certezza sulla provenienza è assicurata. Un ampio ventaglio di possibilità per i consumatori che, preferendo questi prodotti, potranno difendersi dai ‘falsari’ del vino”.
c.s.
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