I rifugi alpini cuneesi e le azioni contro la crisi climatica
Tante idee e i progetti per affrontare la crisi anche grazie ai fondi della green community MargreenChi gira per la Valle Gesso o per le Valli Stura e Vermenagna avrà sicuramente notato, ad abbellire il bancone del bar o il davanzale della finestra del ristorante, un calendario da banco che attira lo sguardo con le immagini dei rifugi che da quasi un secolo offrono riparo a escursionisti e alpinisti nelle Alpi sud-occidentali.
Ogni anno l’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime realizza e distribuisce un calendario dedicato a un elemento caratterizzante il territorio del Parco e la scelta, per questo 2024, non poteva essere più azzeccata. Tutto sembra infatti girare intorno ai rifugi alpini: i discorsi, il turismo, i festival di montagna, i libri, le aspettative, le preoccupazioni e, non ultimi, i finanziamenti pubblici.
Il perché è evidente a chi in montagna ci vive e lavora, un po’ meno per chi viene da queste parti per ristorarsi dal caldo delle città o a sfogare il proprio desiderio di avventura. Questi leggendari edifici di alta quota si trovano al centro di una vera e propria transizione sociale e climatica, spesso da affrontare con risorse sempre più scarse. Tutto questo impone nuove riflessioni sulle responsabilità che hanno i rifugi nei confronti dell’economia delle valli e della tutela degli ecosistemi alpini, sia da parte di gestori, proprietari e turisti sia, naturalmente, di istituzioni e amministrazioni locali che hanno il dovere di sostenere e indirizzare gli operatori del territorio verso scelte equilibrate e consapevoli della vulnerabilità degli ambienti alpini, già ampiamente minacciati dal cambiamento climatico e meritevoli di soluzioni orientate alla riduzione degli impatti antropici.
Sull’onda di questa consapevolezza e grazie alle opportunità che ci fornisce il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nel 2022 nasce la prima Green Community italiana che, sotto la guida dell’Unione Montana Valle Stura, coinvolge venti Comuni delle Valli Stura, Gesso e Vermenagna e, dal 2023, l’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime, dando vita al territorio MARGREEN. Ed è proprio l’Unione Montana Valle Stura ad aver pubblicato un bando che, con fondi PNRR MARGREEN, eroga finanziamenti a fondo perduto a sostegno dei rifugi del territorio per un totale di trecentomila euro. Il bando finanzia progetti indirizzati al raggiungimento di due obiettivi principali: contribuire all’adattamento ai cambiamenti climatici realizzando interventi che consentano un miglior utilizzo della risorsa idrica nei rifugi alpini e/o contribuire alla gestione dello smaltimento dei reflui, e ottimizzare la produzione di acqua potabile in quota, riducendo l'utilizzo di bottiglie di plastica e, di conseguenza, la produzione di rifiuti.
Non c’erano dubbi che gestori e proprietari delle strutture avrebbero colto al volo questa opportunità, presentando progetti con diversi gradi di innovazione ma che comunque consentono di adattare i rifugi al nuovo contesto. La graduatoria, pubblicata lo scorso 24 luglio, approva il finanziamento alle nove strutture che ne hanno fatto richiesta: Questa, Remondino, Morelli-Buzzi, Bozano e Valasco nel Comune di Valdieri, Ellena-Soria e Pagarì nel Comune di Entracque, Laus e Migliorero nel Comune di Vinadio.
Ma quali sono, nello specifico, le esigenze sia dei rifugi che di tutela ambientale a cui questo bando è stato capace di rispondere? Come è comprensibile, dato il nuovo regime delle precipitazioni sempre più scarse e l’assenza di nevai, verranno realizzate vasche di accumulo dell’acqua potabile a servizio di diverse strutture - Bozano, Pagarì e Morelli - in modo da poter utilizzare la risorsa nei periodi più critici. Il Morelli realizzerà anche un impianto solare termico collegato a una vasca per l’accumulo di acqua calda che verrà utilizzata per le docce e per il lavaggio delle stoviglie, così da svincolarsi dalla produzione di ulteriore energia elettrica a questo scopo. L’altra faccia del cambiamento climatico, oltre alla siccità, è rappresentata dalle alluvioni. Per sanare i danni di quelle passate e proteggersi da quelle future, Valasco e Soria realizzeranno nuove condotte che portano l’acqua dalla sorgente, non sempre dietro l’angolo, al rifugio, interrandole e rinforzandole con protezioni apposite.
Il Valasco, rifugio principe della Valle Gesso per numero di utenti a stagione, installerà nuovi potabilizzatori di ultima generazione collegandoli a un erogatore di acqua gasata ed eliminando così la vendita di bottigliette di plastica. Stessa scelta è stata fatta dal più distante rifugio Migliorero e dal Rifugio Emilio Questa, che interverrà anche sul sistema di trattamento delle acque reflue installando un degrassatore e sostituendo la vecchia fossa Imhof con una nuova, calibrata sul numero più elevato di turisti e capace di far fronte ai picchi stagionali di presenze.
Anche il Laus sostituirà la fossa Imhof, sottodimensionata rispetto alle attuali esigenze, così da reimmettere in ambiente acqua pulita ed evitare gli ingenti danni ecosistemici legati alla dispersione dei reflui non trattati. Particolarmente innovativo, infine, il progetto presentato dal gestore del Rifugio Remondino che prevede un sistema di raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per le toilette e gli altri usi non potabili, come lavastoviglie e lavatrice: progetto, questo, che ottimizza davvero le risorse presenti in quota e che speriamo possa essere pilota per interventi futuri.
Tutti i lavori saranno realizzati a cavallo tra l’autunno 2024 e la primavera 2025, così da vedere i nuovi impianti in azione già dalla prossima stagione estiva. In un momento così cruciale per le terre alte e il loro futuro, iniziative come il bando MARGREEN rappresentano davvero una risposta alle esigenze del territorio nonché un esempio di collaborazione tra istituzioni, amministrazioni e operatori locali che avanzano verso gli stessi obiettivi. Quello che però merita di essere sottolineato è che, per far fronte alle sfide legate alla crisi climatica e all’aumento della frequentazione della montagna, sovvenzioni pubbliche e innovazioni tecnologiche da sole non sono sufficienti: la consapevolezza di essere solamente degli ospiti in ambienti naturali governati da equilibri fragili e già minacciati dal riscaldamento globale è condizione imprescindibile per garantire la loro conservazione alle generazioni future. Proseguiamo, quindi, su un cammino di conoscenza e rispetto per le Alpi e i suoi abitanti, lasciandoci guidare da istituzioni come gli Enti di gestione delle Aree Protette e le Unioni Montane che svolgono il proprio ruolo a favore della collettività investendo risorse umane ed economiche nella conservazione della biodiversità, nell’educazione ambientale e nello sviluppo sostenibile del territorio.
Tra le iniziative a sostegno dei rifugi portate avanti da APAM segnaliamo il progetto transfrontaliero Interreg-Alcotra “BiodivTourAlps”: clicca qui per maggiori informazioni.
Redazione
VALDIERI Montagna