Il cambiamento climatico anticipa anche la presenza della processionaria
La segnalazione del Parco Alpi Marittime: da alcuni giorni le larve sono uscite dal nido nella Riserva delle Grotte di AisoneBatuffoli di “cotone” nei boschi di pino nero e pino silvestre (e altre piante del genere Pinus): chi, purtroppo, non li ha ancora osservati sulle nostre Alpi? Sono nidi della processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa); un lepidottero infestante che, allo stadio larvale, si ciba delle foglie. L’insetto è dannoso per le piante e potenzialmente pericoloso per l’uomo e per gli animali, soprattutto a partire dalle prossime settimane. Le larve che a maturità raggiungono i 30-40 millimetri, hanno il capo nero con leggera peluria gialla. Il corpo è grigio dorsalmente e giallo-bruno ventralmente. Sul dorso, le larve, hanno tubercoli con peli arancio e tra questi altri, più corti, color rosso-fulvo. Questi ultimi sono molto urticanti e, liberati nell’ambiente o per contatto diretto, provocano irritazioni cutanee, alle mucose, alle vie respiratorie di uomini e animali.
Complice la crisi climatica, da alcuni giorni in anticipo sui tempi, nella Riserva delle Grotte di Aisone (valle Stura), le larve sono uscite dal nido: un “batuffolo” bianco, costituito da fili sericei che inglobano aghi secchi, escrementi ed altri detriti. Solitamente si trova sulla parti apicali delle piante o nell’ascella di qualche diramazione laterale. In caso di presenza di processionaria del pino è necessario evitare di sostare nelle aree infestate, di toccare i nidi e le larve perché i peli urticanti si possono diffondere facilmente nell’aria.
A segnalarne la presenza il Parco Alpi Marittime, che in un comunicato ha reso note anche alcune indicazioni per gli escursionisti. Se siete in compagnia del vostro cane occorre tenerlo al guinzaglio corto e controllare attentamente il percorso evitando contatti con l’infestante. Il domestico leso dalle larve diventa nervoso, deglutisce ripetutamente, cerca di toccarsi la bocca con le zampe e può presentare ipersalivazione, edema linguale e facciale, problemi respiratori, vomito se la larva viene ingerita e reazioni infiammatorie sulla pelle, le mucose e sulla lingua. In tal caso è necessario contattare prima possibile un veterinario.
Il ciclo biologico
La processionaria compie una generazione l’anno. Gli adulti sfarfallano a luglio. Dopo l'accoppiamento, le femmine possono volare anche per diversi chilometri per deporre le uova sistemate a manicotto intorno a coppie di aghi dei rami alti della pianta. Le uova schiudono alla fine d’agosto e le larve cominciano a rodere le foglie rimanendo unite tra loro tessendo una sottile tela di fili sericei. Man mano che le larve crescono la tela si fa più fitta e resistente, fino a trasformarsi, a settembre, in un vero nido nel quale le larve superano l'inverno. Con temperature superiori a 0° C le larve si spostano in fila indiana seguendo la traccia sericea emessa dalla larva che guida la processione, per nutrirsi degli aghi. Col terzo stadio d’età si formano i microscopici peli urticanti poi, verso la fine d’aprile, ultimato il quinto stadio evolutivo, le larve scendono al suolo e trovato il punto adatto, vi penetrano per 8-10 cm per imbozzolarsi.
Redazione
AISONE processionaria