Il Giro sul Fauniera, un sogno mai spento
Il Giro Under 23 e la prima giornata di "Scalate Leggendarie" hanno riacceso i riflettori sulla "regina" delle salite cuneesi. Dal PNRR un possibile aiuto per riportarvi anche la corsa rosaRiportare il Giro d’Italia sul Fauniera. Il sogno, non è un segreto, in provincia di Cuneo è condiviso da molti. Già a luglio del 2019 si era riunito un tavolo di confronto tra istituzioni, promosso dall’Atl del Cuneese, per studiare nuove strategie di valorizzazione e riproporre uno dei monumenti del ciclismo cuneese per la corsa rosa. La stessa Atl aveva candidato per il Giro il percorso della granfondo “Fausto Coppi”. Poi, meno di un anno dopo, la pandemia ha rallentato il mondo e i suoi progetti. Quello che riguarda il Fauniera, però, è rimasto più vivo che mai: la Granda crede fermamente nelle potenzialità di uno dei suoi “gioielli” e continua a lavorare per renderlo nuovamente protagonista della corsa rosa. Il Giro ha scalato il Fauniera nel suo versante più duro, quello della valle Grana, una sola volta, nel 1999, in una tappa diventata leggenda, la Bra-Borgo San Dalmazzo del 29 maggio. La rimonta di Marco Pantani che strappò la maglia rosa a Laurent Jalabert, la discesa da brivido di Paolo Savoldelli nel Vallone dell’Arma: immagini rimaste marchiate a fuoco nella memoria degli appassionati cuneesi e nei libri di storia del ciclismo. Uno spettacolo rimasto finora senza repliche: il Fauniera avrebbe dovuto tornare protagonista nel 2001, ma la Imperia-Sant’Anna di Vinadio fu annullata dopo il blitz notturno dei Nas negli alberghi liguri che ospitavano le squadre e il conseguente ammutinamento dei corridori, in una delle pagine più nere della storia del Giro. Nel 2003 la carovana rosa tornò su quelle rampe, ma scendendo dal Colle d’Esischie verso Marmora, senza raggiungere la sommità del Fauniera che oggi ospita il monumento dedicato a Marco Pantani. Da allora la salita “scoperta” nel 1999 è rimasta fuori dai radar del Giro.
Il desiderio di riportare la corsa là, sullo spartiacque tra le valli Maira, Grana e Stura, in provincia di Cuneo non si è mai spento, e come detto in apertura sta riprendendo vigore negli ultimi anni. Il progetto è certamente complicato: l’ostacolo principale, come spesso accade, è quello economico. Il Fauniera non ha l’appeal di altre salite storiche del Giro d’Italia, attrarre investimenti e sponsor per finanziarne la risistemazione non è impresa facile. Già, perchè per ospitare una corsa del livello del Giro servono strade in condizioni perfette. Oggi quelle del Fauniera, sia sulla salita che nella lunga discesa del Vallone dell’Arma, presentano diversi tratti dissestati, malgrado l’encomiabile lavoro portato avanti negli anni dagli organizzatori della granfondo “Fausto Coppi”, che ha alimentato, peraltro, il fascino di cui il Fauniera gode negli appassionati di ciclismo. La salita del Fauniera non porta ad un comprensorio sciistico, né ad un confine di Stato. Collega due zone già unite dalle strade statali a valle, non è utile al trasporto di merci. Insomma, non ha come detto l’appeal che servirebbe per attrarre gli investimenti necessari. Osservando l’altro lato della medaglia, però, proprio questo suo essere selvaggio e incontaminato rende il Fauniera un luogo speciale per ospitare una corsa di biciclette.
Un aiuto potrebbe arrivare dal PNRR: il Comune di Castelmagno, proprietario della strada dal 2014 (anno dell’acquisizione ufficiale dall’Esercito Italiano), usufruirà di 990 mila euro di fondi destinati al rifacimento del manto stradale, alla messa in sicurezza di alcuni tratti, alla manutenzione straordinaria di alcuni punti a rischio valanghe e all’allargamento della carreggiata in alcuni punti critici. Non basterà per ospitare una corsa di livello mondiale e una carovana imponente come quella del Giro, ma è un primo importante passo. Anche RCS, società che organizza la corsa, è disponibile secondo quanto riportato da alcune indiscrezioni a fare la propria parte, investendo a sua volta per la risistemazione dei punti più dissestati degli oltre 40 chilometri di strada che dividono Campomolino, frazione di Castelmagno da dove inizia la vera e propria salita, e Demonte (ma qui, vale la pena di ribadirlo, siamo nel campo delle voci).
Nelle scorse settimane la Granda ha rilanciato il suo progetto e il suo “gioiello” con un doppio evento. Venerdì 17 giugno il Fauniera ha ospitato l’arrivo della penultima tappa del Giro d’Italia Under 23, partita da Boves e vinta dal belga Lennert Van Eetvelt, sabato 18 giugno è stato invece protagonista, su tutti e tre i versanti, del primo appuntamento di “Scalate Leggendarie”. L’iniziativa, che coinvolgerà anche il Colle dell’Agnello e la salita del Pian del Re, prevede la chiusura delle salite al traffico a motore per alcune giornate da dedicare esclusivamente al ciclismo. Voluta dalle Unioni Montane dei territori coinvolti, ha visto oltre mille ciclisti partecipare alla giornata inaugurale, come detto dedicata al Fauniera.
Una due giorni che ha riportato l’attenzione del mondo del ciclismo italiano sulla “regina” della salite cuneesi rilanciando un sogno mai veramente accantonato: la provincia di Cuneo vuole riportare il Giro d’Italia sul Fauniera.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero del 23 giugno del settimanale cartaceo Cuneodice.it.
Andrea Dalmasso
CASTELMAGNO fauniera