Italia Sovrana e Popolare alle famiglie delle vittime del Covid: “Sì alla commissione d’inchiesta”
I candidati piemontesi della lista rispondono alla lettera aperta del comitato: “Viene da pensare che tanti decessi avrebbero potuto essere evitati”I candidati piemontesi di Italia Sovrana e Popolare alla Camera dei Deputati (collegio 2 della circoscrizione Piemonte 2) e al Senato della Repubblica (collegio 2 della circoscrizione Piemonte) hanno risposto alla lettera aperta che il Comitato Nazionale Familiari Vittime del Covid e Anchise (Comitato famiglie RSA RSD) ha indirizzato nei giorni scorsi a tutte le forze politiche candidate al parlamento.
Qui il link alla lettera del Comitato. Di seguito riceviamo e pubblichiamo la risposta dei candidati di Italia Sovrana e Popolare:
Gentilissimi,
la vostra toccante lettera non poteva rimanere senza risposta da parte di una lista come Italia Sovrana e Popolare che nasce anche (ma non solo) per porsi come alternativa a una gestione pandemica che definire inadeguata sarebbe riduttivo. Riduttivo, certamente, perché aver concorso a diffondere morte, sofferenza, fratture sociali non è un errore banale e scusabile, ma un’onta di cui i nostri governanti si sono macchiati e di cui noi siamo convinti debbano rispondere in tutte le sedi opportune.
Le scene di dolore inenarrabile che le vostre parole hanno evocato e che purtroppo voi avete vissuto da protagonisti non meritano, infatti, solo umana solidarietà, che fin da ora ci sentiamo di rivolgervi, ma azioni tangibili che possano rendere giustizia ai familiari che avete perso in circostanze da chiarire approfonditamente.
Innanzitutto, condividiamo la consapevolezza che a generare gli esiti nefasti che voi amaramente raccontate abbia ampiamente contribuito l’austerità di matrice UE a cui il nostro Paese ha fatto ricorso negli ultimi decenni, una condizione che ha inciso inesorabilmente sulla tenuta del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Queste politiche sono state propagandate come un risparmio per le casse pubbliche, ma ora è sotto gli occhi di tutti che ridurre gli investimenti in strutture, macchinari e personale, favorendo, d’altro canto, il settore privato, lede il diritto alla salute, rendendolo effettivo solo per chi si può permettere di pagare di tasca propria.
Pertanto, riteniamo giusto ricacciare, come da voi fatto, una narrazione che pone gli eventi in oggetto come totalmente frutto del caso, di una sorte avversa e non plasmabile dall’intervento umano: le scelte politiche sono state determinanti nel consumarsi di questa sciagura. Allo stesso modo, va sfatato il mito della “sanità più efficiente del mondo”, perché non corrisponde più a realtà. Senza dubbio, sulla carta, lo sarebbe, ma dobbiamo prendere coscienza del fatto che no, il nostro SSN non ha reagito in modo pronto ed efficace. Non gli operatori in sé, certamente, anch’essi vittime della compressione dei finanziamenti, inviati in prima linea senza dispositivi di protezione personale, obbligati a immolarsi in turni interminabili, ma l’attuale struttura della sanità italiana ha miseramente fallito, schiacciata sia, appunto, dai tagli di cui si scriveva più sopra, sia da linee guida ministeriali che di scientifico avevano solo l’apparenza.
Così, sono stati denigrati e isolati i medici, come il nostro candidato dott. Giovanardi, che somministravano farmaci antinfiammatori ai loro pazienti, alla comparsa dei primi sintomi, rifiutandosi di adeguarsi ai dettami del Ministro Speranza, il quale imponeva lo scellerato protocollo tristemente noto come “tachipirina e vigile attesa”. Ora, al contrario, è riconosciuto che assumere quei medicinali nella fase precoce della malattia è decisivo per un decorso fausto. Viene dunque da pensare che tanti decessi avrebbero potuto essere evitati se si fosse favorita l’intuizione di numerosi dottori di trattare il Covid-19 come una sindrome influenzale, scongiurando l’aggravarsi delle condizioni che ha poi portato anche a scelte brutali, come quella di chi ricoverare e di chi abbandonare al proprio destino, in assenza di posti letto per tutti i bisognosi.
Tuttavia, come voi denunciate, per chi era accolto in ospedale, oltre al disagio fisico, si aggiungeva quello psicologico dovuto alla mancanza di contatto con le persone care, la quale ha reso ancora più straziante affrontare la patologia e purtroppo, in molti casi, la dipartita. L’aspetto emotivo, infatti, è stato quasi del tutto accantonato, dimenticando che il concetto di salute non si esaurisce nell’assenza di una condizione patologica del corpo, ma abbraccia una visione ben più ampia. Questo approccio è stato scelleratamente adottato anche dopo la prima fase acuta e ancora non è stato smantellato. Infatti, le visite ai ricoverati sono ancora subordinate all’esibizione del super green pass (da vaccino o da guarigione) e centellinate; una politica che rigettiamo poiché preclude a una fetta di popolazione di supportare proficuamente parenti e amici sofferenti e che, in generale, incide negativamente sulla serenità di quest’ultimi, i quali hanno massima necessità di un sorriso e una carezza per fronteggiare un momento complicato.
Alla luce di quanto sopra, le vostre richieste ricalcano il nostro programma e saremmo davvero lieti di poterle concretizzare. Reputiamo, infatti, fondamentale l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare allo scopo di fare piena luce sulla gestione della pandemia. Crediamo anche noi che, affinché questa possa essere trasparente e coerente con lo scopo, il coinvolgimento di comitati come il vostro sia un elemento inderogabile. Analogamente, intendiamo promuovere studi e supporti concreti per gli affetti da long covid e per i danneggiati da vaccino, oscurati dalla politica e dai mass media, spesso non creduti e fatti passare per ansiosi o complottisti.
Rigettiamo, inoltre, il continuo ricorso all’emergenza, strumento atto a derogare allo stato di diritto inducendo la popolazione ad accettare misure straordinarie che non sono ammissibili nel nostro quadro costituzionale; tra queste, figura il green pass, che miriamo ad abolire per sempre.
Come anticipato, teniamo, altresì, a incoraggiare una concezione di diritto alla salute che non si fermi a decretare la positività o la negatività a una patologia fisica, ma che si interessi anche alla psiche delle persone. Questo non può che passare da una riforma della sanità improntata nuovamente sull’universalità e sulla gratuità delle cure, di qualsiasi genere, interrompendo il profitto dei privati a scapito dei pazienti, investendo quanto occorre per formare il numero sufficiente di operatori sanitari e per allestire strutture all’avanguardia. Si deve, nondimeno, essere consci del fatto che un tale intervento non può prescindere dal rigettare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea, dai cui trattati Italia Sovrana e Popolare si prefigge di recedere.
Da ultimo, non possiamo esprimerci sulle scuse che voi col cuore in mano domandate, poiché non è nella nostra disponibilità indurre i membri del governo a riconoscere di aver commesso degli errori incalcolabili. Ci impegniamo, tuttavia, ad inchiodarli alle loro responsabilità.
I candidati alla Camera dei deputati del collegio 2 della circoscrizione Piemonte 2 per “Italia Sovrana e Popolare” e i candidati al Senato della Repubblica del collegio 2 della circoscrizione Piemonte
Redazione
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