La festa di Dronero per i 70 anni di Afp, "un mondo di formazione professionale fatto di valori"
Un altro evento di successo per celebrare l'importante compleanno della realtà nata proprio in Valle MairaDopo Cuneo e Verzuolo, i festeggiamenti per i 70 anni di Afp si sono spostati a Dronero, dove si è svolto il terzo evento celebrativo per l’importante traguardo raggiunto dall’Azienda di Formazione Professionale. Simbolicamente, il luogo migliore per condividere le tappe del meraviglioso viaggio cominciato proprio in Val Maira 70 anni fa grazie all’idea di don Michele Rossa, il fondatore.
Nel cinema teatro Iris erano davvero in tanti quelli che hanno voluto esserci per festeggiare il compleanno: sala gremita, con la presenza di numerose istituzioni, tanti amministratori del territorio, personalità religiose, soci, rappresentanti di scuole, agenzie formative, enti pubblici e aziende. Oltre, naturalmente, agli studenti, alle studentesse e ai collaboratori di Afp, la vera forza di questa realtà festeggiata anche dal dronerese padre Federico Lombardi, ex portavoce del Santo Padre intervenuto in collegamento (“da dronerese, sono ben consapevole dell’importanza di Afp per la comunità, nel segno di don Rossa, sacerdote esemplare e grande educatore”), prima del saluto del padrone di casa, il sindaco di Dronero Mauro Astesano, anche lui settantenne. “Ma gli anni di Afp si vedono meno – ha detto sorridendo, per poi aggiungere -: festeggiamo un compleanno importante di una realtà a cui vogliamo bene, soprattutto noi di Dronero. La formazione professionale è un valore per tutti: Afp è un modello vincente, una risorsa per il mondo del lavoro, supportato dai numeri. Ogni tanto mi chiedo cosa sarebbe il nostro territorio senza questa realtà”.
È stata poi la volta della Regione, con i videomessaggi del presidente Alberto Cirio (“un pezzo della grande capacità del saper fare che oggi abbiamo in Piemonte, lo si deve all’impegno di Afp”) e dell’assessore Elena Chiorino, mentre l’altro assessore Luigi Genesio Icardi ha parlato in presenza dal palco del cinema Iris, sottolineando i meriti di don Rossa, che “ha dato a quella che era una valle poverissima gli strumenti per sopravvivere, ma anche formazione culturale ed etica”. A chiudere i saluti istituzionali l’intervento del presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, che si è soffermato sul futuro: “In Afp c’è tanta voglia di futuro, lo si vede negli sguardi delle ragazze e dei ragazzi che ci sono qui oggi”.
Prima del convegno ha ancora preso la parola un emozionato presidente di Afp Gianpiero Conte: “Dietro questa storia di 70 anni ci sono tante persone che lavorano: momenti così danno la forza per andare avanti e scrivere ancora tante pagine. Abbiamo la consapevolezza che il servizio che facciamo è importantissimo per il territorio, sempre di più: questo è un grande orgoglio per noi. Il nostro sistema si evolve velocemente intorno a noi e noi con la formazione e l’aggiornamento cerchiamo di rimanere al passo”.
Quindi la tavola rotonda dal titolo “Educazione alla Vita e al Lavoro: una proposta per i giovani del tempo nuovo” moderata dal direttore del Corriere di Saluzzo Alberto Gedda, a cui hanno partecipato il vescovo di Saluzzo monsignor Cristiano Bodo, il direttore generale del Cnos Fap Nazionale don Giuliano Giacomazzi, il professor Silvio Crudo, docente di Sociologia della Religione all’Istituto Superiore di Scienze religiose di Fossano, e il direttore generale di Afp Ingrid Brizio. “I giovani sono possibilità per se stessi, per la società e anche per la Chiesa - ha esordito monsignor Bodo -: hanno bisogno di essere guardati come elementi con potenzialità, di essere coinvolti e stimolati e di vedersi proporre esperienze concrete, proprio come fa Afp. I giovani sono una risorsa e devono essere protagonisti della formazione professionale”. Il vescovo ha anche presentato in questa occasione la ricerca sullo stato dei giovani della diocesi, realizzata in collaborazione con la Fondazione Toniolo dell’Università cattolica di Milano.
Don Giacomazzi si è allacciato a questo discorso per proseguire: “La formazione professionale è stata la risposta di amore che diede don Bosco ai giovani. Oggi se vogliamo essere adeguati ai nostri ragazzi non possiamo farlo solo con la buona volontà, loro meritano di più: hanno il diritto ad avere persone preparate, che diano loro risposte serie su determinate tematiche. Per questo ci vogliono studio e aggiornamento, anche se si fa fatica”. Il professor Crudo ha proposto una riflessione sul cambiamento a cui stiamo assistendo: “C’è un grande cambiamento culturale in atto: prima c’era una società solida, oggi viviamo una società liquida, che si poggia su un equilibrio instabile, con la tendenza alla separazione e all’individualizzazione. Ci troviamo di fronte ad una nuova domanda con cui confrontarci: come ci si misura con questa relativizzazione?”.
Infine, Ingrid Brizio, che ha portato l’espeienza di Afp: “Noi partiamo sempre dalla persona, mettendola al centro. Ce lo ha insegnato il modello salesiano. Esiste un mondo della formazione professionale fatto di valori, di cura della persona e di scoperta di talenti. Perché i giovani sono questo: talenti. La formazione professionale deve spogliarsi di un pregiudizio, perché oggi ha una dignità altissima”.
Gabriele Destefanis
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