''Lo Stato sta tenendo i ragazzi a casa per la sicurezza di tutti, ma a quale costo?''
La lettera di Gian Paolo Sandri, dell'associazione Raggi da Oltre Confine. ''La Dad li rende conformi, fotocopie davanti a uno schermo''Riceviamo e pubblichiamo.
Gentile direttore,
lo sappiamo, stiamo vivendo un periodo complesso. C’è però un’urgenza che credo non sia presa in considerazione come necessita, e riguarda la fascia dei nostri giovani, che va dalla seconda media alla quinta superiore. Lo Stato li ha reclusi in casa, obbligandoli a un apprendimento che della scuola ha ben poco. È solo didattica, ma così complicata che occupa questi ragazzi tutto il giorno, e tutto il resto non solo è sparito, ma è loro negato. Stiamo chiedendo loro sforzi e sacrifici fuori da ogni logica. Ho deciso di metterlo anche io nero su bianco a seguito delle tante email ricevute da studenti che hanno paura di essere al di fuori del mondo, obbligati ad una realtà virtuale che non ha nulla della vita vera, e sono terrorizzati dal dovere affrontare malattie e morti di chi amano, perché “nessuno” li aiuta, sono soli.
Attenzione: non si sentono soli, sono soli, sono invisibili, un termine che usano spesso e che mi spaventa. La DAD li rende conformi, fotocopie davanti a uno schermo, presenti di testa, assenti di vita. Terribile. Si dice, forse anche per abitudine, che i giovani sono il nostro futuro, ma in questo momento sono molto preoccupato perché loro stanno costruendo, prima di tutto, il loro stesso futuro, e non li stiamo formando per questo: è un continuo privarli di tutto per riempirli di didattica.
Cosa stiamo dando loro in questo modo? Stiamo togliendo loro la cosa più grande, il fatto che sono persone e non individui. Nella scuola c’è un pezzo di vita che non può essere riprodotto a casa. I nostri figli stanno implodendo nelle quattro mura di casa, si stanno frantumando. Stanno affrontando da soli conflitti, paure e rabbie. Ho promesso loro di non scrivere nemmeno gli esempi con nomi di fantasia e mantengo questa promessa, ma davvero comprendiamo quanto è grave tutto questo? Noi sappiamo, e l’abbiamo visto nelle scuole, che alcune emozioni non vissute, o vissute male, devastano anche il fisico.
Lavorare per i ragazzi significa lavorare con loro, a tu per tu, e sono tanti gli insegnanti che stanno male perché oggi questo non è consentito. Lo Stato sta tenendo i ragazzi a casa per la sicurezza di tutti: ma a quale costo? Ritorniamo al cuore della scuola, ritorniamo ad educare, a tirare fuori le cose belle che i ragazzi hanno dentro, e questo si può fare solo riaprendo la scuola vera.
Ho chiesto ad Enrica, alunna di terza superiore, di autorizzarmi a riportare quanto mi ha scritto e mi ha detto di si: “a scuola ci hai dimostrato che vivi più serenamente la disabilità grazie al lavoro su di te, e alle relazioni con gli altri. Io in questo momento vivo la disabilità del covid da sola, per questo ho tanta paura di tutto”. Ecco allora alcune mie proposte concrete: fornire ai giovani opportunità di confronto e di ascolto con adulti di riferimento, a distanza, o in presenza a piccolo gruppo seguendo le norme di sicurezza, in modo da offrire una possibilità di sostegno a chi ne ha più bisogno. Per la scuola, come mi hanno scritto più insegnanti, pensare a una frequenza a rotazione delle varie classi (magari bisettimanale), perché i ragazzi possano frequentarsi per un lasso di tempo e possano sostenere in presenza quelle prove che consentano a tutti di mettersi in gioco veramente. È solo il bello che annienta il brutto, e non la mediocrità.
Gian Paolo Sandri
Associaz Raggi da oltre confine
Redazione
CUNEO gian paolo sandri - Associazione Raggi da oltre confine