Medici e infermieri sull’orlo di una crisi di nervi: il 53% in Piemonte ha pensato di licenziarsi
I dati in una survey di Fadoi: il 32% dei sanitari in regione dice di essere in burn-out. Il Covid ha peggiorato il quadro, ma c’è ancora passione per la professioneIl 32% di medici e infermieri di Piemonte e Valle d’Aosta riferisce di essere in burn-out e il 53% dichiara di avere pensato di licenziarsi nell'ultimo anno. A fornire la fotografia è la survey condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri e presentata a Milano al 28esimo congresso nazionale della federazione.
Il 65% afferma di sentirsi emotivamente sfinito, il 68% di lavorare troppo duramente e il 71% di essere sfinito al termine di ogni giornata lavorativa. Il 60% dichiara di essere frustrato e il 58% è esaurito dal proprio lavoro. Ma, nonostante ciò, il medico non perde la propria passione per la professione: l’88% riferisce di affrontare efficacemente i problemi dei propri pazienti, l’84% di influenzare positivamente la vita di altre persone attraverso il proprio lavoro, il 60% di avere realizzato molte cose di valore e il 65% di sentirsi rallegrato dopo avere lavorato con i pazienti. Solo il 36% teme però che il proprio lavoro possa con il tempo indurirlo emotivamente. Il Covid ha inciso negativamente sulla vita per il 65% dei medici.
“La survey - commenta il presidente Fadoi di Piemonte e Valle d’Aosta, Gianlorenzo Imperiale - sottolinea come un terzo dei professionisti della salute, medici e infermieri, riconosca esplicitamente di essere in una condizione di burn-out e tale percentuale è simile a chi, con timore, pensa che questa condizione di lavoro possa indurire emotivamente. Sinteticamente, questi dati dicono che nei nostri reparti si vuole lavorare, lavorare bene ma che è necessaria una revisione globale delle scelte organizzative affinché si possa recuperare una serenità di pensiero non sempre presente”.
Redazione
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