Mercato delle castagne di Borgo San Dalmazzo, il bilancio di fine stagione
Durante le 12 aperture sono stati trattati ben 1580 quintali di castagne, in crescita rispetto ai 570 dello scorso annoLunedì 12 novembre si è svolto in piazzale Martini l’ultimo mercato delle castagne del 2018. Complessivamente il mercato, che da quanto stabilito da apposto regolamento si tiene ogni lunedì e giovedì delle settimane che vanno da fine settembre a metà novembre, quest’anno ha registrato risultati in notevole crescita rispetto allo scorso anno. Durante le 12 aperture sono infatti stati trattati ben 1.580 quintali di castagne rispetto ai 570 dello scorso anno. Una cifra ragguardevole, a cui va aggiunto il buon andamento dei prezzi realizzati dai castanicoltori che hanno conferito il prodotto della loro raccolta al mercato borgarino. Il prezzo medio è stato infatti di euro 1,56 al chilogrammo, con un apice realizzato nelle prime aperture pari a 2 euro a chilogrammo. Il mercato con la maggiore quantità di prodotto commercializzato è stato quello di lunedì 22 ottobre con 250 quintali.
“Il buon andamento del mercato borgarino – ha commentato l’Assessore all’agricoltura Mauro Fantino – premia il lavoro dei nostri castanicoltori che con tenacia e passione accudiscono ai loro poderi. Inoltre si valuta che a causa di problemi logistici o di mancanza di tempo molti preferiscono portare direttamente ai negozianti quanto raccolto, per una quantità che è valutata pari a quella trattata sul mercato. Questo ci fa dire che la castanicoltura rappresenta una significativa voce nell’economia agricola locale. E’ importante inoltre osservare come molti giovani hanno iniziato a dedicare tempo a questa attività”.
“Unica nota dolente – aggiunge l’Assessore Fantino – è la decisione della Regione Piemonte di vietare l’abbruciamento del materiale vegetale nel periodo che va dal 1° novembre al 31 marzo dell’anno successivo. Si tratta di un arco temporale esageratamente ampio, che impedisce di svolgere un buon lavoro di pulizia dei castagneti. A tale divieto ritengo necessaria una deroga, spostando il termine di inizio divieto al 15 dicembre, ovviamente nel rispetto di tutte le necessarie precauzioni per la prevenzione dei rischi di incendio. In tale senso è già stata fatta una richiesta alla Regione da parte della Coldiretti, che condivido totalmente. Altrimenti si rischia di penalizzare un settore che da alcuni anni aveva continuato a dare risultati in crescita”.
c.s.
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