Monterosso Grana, concluso il restauro dell'Arco Monumentale
I lavori erano iniziati a settembre 2019 ed avevano subìto ritardi a causa della prima ondata della pandemiaConclusi i lavori di restauro conservativo dell'Arco Monumentale di Monterosso Grana, iniziati a settembre 2019, interrotti durante l'inverno per le basse temperature e ulteriormente ritardati a causa della pandemia da Covid-19 che non ne ha consentito la regolare ripresa in primavera. Nel corso dell'intervento sono emersi al di sotto dello strato superficiale diverse parti di dipinti antichi di varie fasi sovrapposte, molto frammentarie, che a malincuore, dopo diverse analisi, sono state dichiarate non recuperabili dalla Soprintendenza per i beni culturali. Lo strato superficiale è stato quindi ripristinato ed è rimasto in risalto l'aquilotto, simbolo del casato.
L'intervento, realizzato con fondi comunali, è costato 16.716,49 euro, comprensivo di progetto, indagini stratigrafiche, revisione della copertura in lose, scavi e spostamento di cavidotti vari. Il progetto è stato redatto dallo studio di architettura Luca Soave e i lavori realizzati dalla ditta Nicola Restauri.
L'arco è situato alle falde del Monte Rosso. Sulla collina alle spalle dell'attuale capoluogo sorse verso il IX - X secolo una fortificazione, di cui oggi restano le rovine della torre. Intorno al 1286 il marchese di Saluzzo fece costruire un nuovo edificio poco distante dal concentrico, poi franato, e Federico Saluzzo tra il XIV e il XV secolo ne costruì un altro, noto come "Castello del Conte", infeudandolo ai Monterosso di Valgrana. Dopo un lungo periodo di lotte tra i marchesi di Saluzzo, Cuneo e gli Angiò per il possesso della valle, nel 1357 il paese divenne parte dei feudi di Eustachio di Saluzzo, passando poi in eredità ai suoi discendenti. Fu occupato definitivamente dai Savoia, alla dissoluzione del marchesato di Saluzzo e, dopo questo passaggio, il paese seguì tutte le vicende della Casata. Il castello venne trasformato in dimora signorile nel XVII secolo, inglobando le vecchie strutture tre-quattrocentesche rintracciabili in alcuni muraglioni in pietra e nella massiccia torre quadrata che costituisce la parte più imponente dell’intero edificio.
Quindi, ad oggi, il portale e ciò che resta del castello si possono far risalire al XVII secolo, ma vi sono tracce di una preesistente fortificazione insistente nello stesso sito. Sappiamo inoltre che verso la fine del ‘700 la popolazione, presa dalla furia giacobina e dai fervori della rivoluzione francese scoppiata nella vicina Francia, volle che fosse radiato dal castello e raschiato dal banco della chiesa lo stemma del Cidevant, conte di Monterosso, ormai ridotto a comune cittadino.
c.s.
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