Nascite in calo? Non al “Santa Croce”
Presentati alcuni dati degli ultimi dodici mesi, dopo il "restyling" del reparto di Ostetricia avvenuto l'anno scorso. Lanciata anche la campagna "Born in Cuneo"Nascite in calo? Non al “Santa Croce”. È quanto emerge dai dati presentati stamattina presso l’ospedale cuneese, a un anno dalla riorganizzazione del reparto di ostetricia. Negli ultimi 365 giorni (a partire dal 25 ottobre 2023) il nosocomio del capoluogo della Granda ha registrato infatti 1770 nascite: un numero in rialzo rispetto ai 1704 del 2022 e ai 1727 del 2023, a fronte del generale calo della natalità diventato centrale nel dibattito pubblico degli ultimi anni.
Non è l’unico dato positivo per il punto nascite del “Santa Croce”: tra quelli da sottolineare la mortalità entro il ventottesimo giorno. In Italia si registrano 1,8 decessi per ogni mille bambini nati vivi, in provincia di Cuneo questo dato scende a 0,22. E ancora, la percentuale di parti vaginali che seguono un parto cesareo: in Italia la media è intorno al 10%, a Cuneo sfiora il 50%.
A fare da “padrone di casa” durante la conferenza di stamattina, dopo il saluto della sindaca Patrizia Manassero, è stato il primario di Ginecologia e Ostetricia Andrea Puppo, che ha ripercorso quest’ultimo anno, seguito al “restyling del reparto” realizzato anche grazie al sostegno di Fondazione Ospedale, Gino Spa e Facoltà di Architettura di Genova: “Avevamo un reparto pulito, ordinato, ma un po' triste, con colori anonimi. Diciamo che era la nostra ‘Cenerentola’. Abbiamo scelto accoglienza, innovazione, sicurezza. Avevamo bisogno di un incantesimo e abbiamo trovato chi ci ha aiutati. Oggi non abbiamo ottenuto solo estetica e comfort, ma anche qualità del lavoro”.
Tranchida: “Chiediamoci se il problema della sanità è solo finanziario”
Poi l'intervento del direttore generale Livio Tranchida: “Avere una struttura così sicura e accogliente è un valore importante per tutto il territorio. Il sistema sanitario attraversa criticità di sistema: lo sappiamo benissimo, c'è un sottofinanziamento e non sempre i bisogni hanno le risposte che meritano. Noi qui stiamo facendo ciò di cui c'è bisogno, accompagnando il cambiamento: il 6,1% del Pil italiano va al sistema sanitario nazionale, in altri Paesi questo numero va in doppia cifra. È un problema, certo, ma dobbiamo chiederci se è solo una questione finanziaria. Ridiscutiamo leve e strumenti che compongono il sistema sanitario: ci riorganizziamo, facendo le cose diversamente da come si sono sempre fatte. Quella ricetta, ‘facciamo come abbiamo sempre fatto’, non ci porta da nessuna parte. È cambiata la società, è cambiato il rapporto del cittadino con la fragilità e il dolore. Mettiamo in discussione non i nostri valori, ma i nostri comportamenti. Partiamo da noi, interroghiamo noi stessi. Per riorganizzare il reparto abbiamo trovato le risorse anche all'esterno. Se non arrivano dal sistema, vanno ricercate, e si trovano se all'esterno c'è fiducia in quel che fai”.
Ad illustrare poi nel dettaglio l’attività e alcuni dati ad essa correlati sono stati il ginecologo Bruno Favilla, il direttore della Terapia Intensiva Neonatale Andrea Sannia e la coordinatrice ostetrica Federica Ferrero.
La testimonianza di due mamme
Spazio poi anche alla testimonianza di due neo-mamme, in sala con i loro bimbi. La prima ad intervenire è stata Emanuela, mamma di Matteo: “Sette anni fa ho incontrato il dottor Puppo a Mondovì, per la nascita del mio primo figlio Domenico, che purtroppo non ce l'ha fatta. Sette anni dopo è arrivato Matteo, che vuol dire ‘dono di Dio’. È stata un'esperienza complicata ma bella, sarò sempre grata a questo reparto per come mi ha accompagnata in questo momento”. Martina, ostetrica proprio a Cuneo e mamma di Giulio, ha partorito lo scorso agosto: “Per la prima volta ho potuto sperimentare in prima persona il reparto che ho vissuto per tanto tempo a livello professionale. Posso dire che ho dimenticato in fretta il dolore, ma ricordo bene cura e amore che io e mio figlio abbiamo ricevuto in quei giorni”.
“Born in Cuneo”
In chiusura Silvia Merlo, presidente della Fondazione Ospedale Cuneo Onlus, ha presentato la campagna “Born in Cuneo”, promossa dalla Fondazione stessa: per i prossimi dodici mesi tutti i nati al “Santa Croce” riceveranno in omaggio una tutina riportante lo slogan “Born in Cuneo”, prodotta dalla Cooperativa Arcobaleno (l’iniziativa vede anche il supporto della Mec Spa di Montanera). “Un gesto piccolo e simbolico, - ha detto Silvia Merlo - ma che vuole restituire affetto e accoglienza. Abbiamo scelto questo slogan per darci un tono e rendere l'orgoglio di nascere a Cuneo. Abbiamo scelto l'inglese per allargare questo concetto a tutti, oggi un terzo dei nati a Cuneo non è italiano”.
Andrea Dalmasso
CUNEO cuneo