Nel 2023 nella Granda la mortalità è tornata ai livelli pre pandemia
Lo scorso anno si è sentito parlare molto di un incremento della mortalità a causa di “malori improvvisi” associati ai presunti gravi effetti avversi dei vaccini. I dati Istat smentiscono questo aumentoÈ una linea temporale che oscilla di poco quella della mortalità in Piemonte, ad eccezione - come si può immaginare - dell’anno in cui la pandemia ha colpito con più forza anche le nostre zone, il 2020. Nel 2019 sono state 53.707 le persone decedute, un dato che si allinea quasi perfettamente a quello del 2023 (53.444). Il picco del 2020 ha fatto registrare 66.054 morti, il 2021 56.683 e il 2022 58.817 decessi. I dati sono forniti dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), sono stati pubblicati nel mese di febbraio e disponibili sul sito ufficiale gratuitamente.
Scendendo un po’ più nel dettaglio è possibile analizzare i dati a livello provinciale. Anche in questo caso il numero più alto si raggiunge nel 2020, pari a 8.595 morti. Il dato è superiore di oltre mille unità rispetto al 2019, quando si erano registrati 7.171 morti. I numeri del 2021 e del 2022 sono simili, rispettivamente 7.498 e 7.596. Il 2023 è stato l’anno migliore se confrontato con i quattro precedenti: 6.925 decessi.
Guardando la situazione delle sette sorelle in provincia Granda (Alba, Bra, Cuneo, Mondovì, Saluzzo, Savigliano e Fossano) la tendenza viene ulteriormente confermata, anche a livello comunale, infatti, l’anno del Covid ha portato con sé indubbiamente più morti, con un recupero nella situazione recente, che ha portato i numeri più o meno ai livelli del 2019.
Nel 2019, Alba aveva registrato 347 morti, Bra 355, Cuneo 636, Fossano 261, Mondovì 257, Saluzzo 210 e Savigliano 257. I numeri sono aumentati ovunque l’anno seguente, incrementando di un centinaio di persone ad Alba (446) e di quasi 170 a Cuneo (805). Notevole anche la situazione di Fossano, che da 261 è passato a 344 (+83). Leggermente inferiori invece le crescite nelle altre città: +26 a Bra, +57 a Mondovì, +46 a Saluzzo e +63 a Savigliano. Analizzando il periodo tra il 2021 e il 2022 le cifre hanno subito nella maggior parte dei casi un’oscillazione lievissima: nel 2022, tendenzialmente, si sono registrati numeri inferiori di pochissime unità rispetto all’anno precedente. Fanno eccezione solo Alba - che è passata dai 422 del 2021 ai 424 del 2022 - e Savigliano, in cui il dato è aumentato da 253 a 265.
Nel 2023 la situazione si è modificata, tornando ai livelli pre-pandemia. Lo scorso anno si è sentito parlare molto di un incremento della mortalità a causa di un “malore improvviso” spesso associato ai presunti gravi effetti avversi dei vaccini per contrastare la pandemia da Covid-19. I dati Istat però smentiscono questo aumento, almeno se si prendono in considerazione ancora una volta a titolo esemplificativo le sette principali città della provincia di Cuneo. L’anno scorso, infatti, Saluzzo ha registrato 203 morti, rispetto ai 210 del 2019. Un discorso simile vale per Mondovì (253 rispetto ai 257 di cinque anni fa) e Fossano (con un dato che passa da 261 del 2019 ai più recenti 255). Alba invece ha registrato un peggioramento se confrontato al livello pre-pandemico, passando da 347 del 2019 a 408 dell’anno scorso. Al contrario, Bra, Cuneo e Savigliano hanno vissuto un miglioramento: sono passate rispettivamente da 355 del 2019 a 305 del 2023, da 636 a 626, e da 257 a 203. Tutti dati che comunque si mantengono ben al di sotto di quelli registrati durante la prima ondata pandemica del 2020.
Micol Maccario
CUNEO Istat