‘Non abbiate paura di venire in ospedale: nel tumore al polmone la prevenzione è fondamentale’
L’appello del direttore del reparto Chirurgia Toracica del Santa Croce: ‘Una diagnosi precoce salva l’80% dei pazienti. Ma il timore del Covid ci sta ostacolando’Ora che la pandemia globale sta iniziando a fare passi indietro, perlomeno in Italia, c’è il rischio che ad uccidere non sia più soltanto il Covid-19 ma anche la paura del contagio. Un paradosso? Non se consideriamo le conseguenze psicologiche che il virus sta provocando su una vasta fetta di persone.
Un problema serio in particolare per le patologie dove una diagnosi tempestiva può davvero fare la differenza, come nella cura del cancro ai polmoni: “Ci sono pazienti con sintomi minimi che normalmente verrebbero per una visita di controllo, ma che ora non lo stanno facendo perché ritengono l’ospedale un ambiente tuttora insicuro” spiega il dottor Giulio Melloni, che dal 2016 dirige il reparto di Chirurgia Toracica dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.
In termini di prevenzione, aggiunge il primario, il virus ha fatto fare un salto indietro di venti o trent’anni in pochissimo tempo. La pandemia ha bloccato gli screening e ha fatto venir meno anche il contributo dei percorsi diagnostici intraospedalieri: “Buona parte delle neoplasie polmonari arrivano al chirurgo dopo che il paziente ha chiesto una lastra per un altro intervento o su indicazione del cardiologo. Il blocco di questi esami ha fatto sì che le diagnosi venissero ritardate”. Ma una parte dei ritardi, ora che l’attività sanitaria sta tornando alla normalità, si deve anche alle ritrosie di chi rimanda gli esami: almeno un terzo dei pazienti, tra quelli richiamati in questi giorni per le visite ambulatoriali.
Un timore comprensibile alla luce delle notizie di questi mesi ma oggi superato dal fatto che l’ospedale ha messo a punto strategie sicure per prevenire ogni contagio da coronavirus. Il rischio rappresentato dal fatto di convivere con un tumore che progredisce giorno dopo giorno, in ogni caso, è molto più preoccupante: “Bisogna sapere che il trattamento chirurgico del tumore al polmone nello stadio iniziale garantisce la guarigione completa dell’80% dei pazienti” assicura Melloni. Ma le tempistiche sono fondamentali, perché un tumore guaribile può diventare inoperabile anche nel giro di un mese.
La Chirurgia Toracica del Santa Croce rappresenta l’unico polo specialistico di questo tipo in provincia di Cuneo con 400 interventi all’anno ed è il secondo reparto in Piemonte per numero di interventi sul tumore al polmone. Molto si è fatto in questo ambito per ridurre i tempi di attesa, passati da un periodo di circa due o tre mesi nel 2016 agli attuali dieci giorni in media: “Solo tre o quattro pazienti su dieci affetti da cancro ai polmoni sono chirurgici e le cure d’urgenza non hanno mai smesso di funzionare. Ora stiamo recuperando i ritardi dovuti alla pandemia e siamo in grado di affrontare un eventuale surplus di lavoro”. Il reparto è comunque tra quelli che non hanno registrato nessun caso di Covid all’interno del Santa Croce.
A chi avverte sintomi anche poco appariscenti si raccomanda di rivolgersi al medico di base, che potrà poi prescrivere una visita ambulatoriale nel rispetto di tutte le norme igieniche e di distanziamento imposte: “Vogliamo dire ai cuneesi che in questa fase l’ospedale è un ambiente sicuro per quanto riguarda il contagio e la diffusione del virus: chi ha disturbi anche minimi non abbia timore di entrarci”.
Andrea Cascioli
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