Nuovo ospedale di Cuneo, dubbi sul partenariato: “Si punta sui privati perché mancano risorse”
Critiche da Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia dopo la conferenza di intenti. Scettico anche Boselli (Indipendenti): “Non si riuscirà a costruire in nove anni”Con la “conferenza di intenti” sul nuovo ospedale di Cuneo, tenutasi nella mattinata di ieri (mercoledì 30 novembre), si è aperto un percorso che in prima battuta dovrebbe consentire all’advisor incaricato dall’Aso Santa Croce e Carle di portare a termine l’analisi di congruità del progetto presentato dai privati. L’obiettivo è di passare poi a un confronto con l’ipotesi di finanziamento con fondi Inail e sottoporre tali passaggi a istituzioni e associazioni coinvolte nelle prestazioni sanitarie.
Sono note sul punto le perplessità dei gruppi di opposizione Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia, esplicitate anche in occasione della conferenza dal consigliere Ugo Sturlese che ha incalzato l’assessore regionale Icardi con varie domande: si è parlato della sussistenza di vincoli ambientali sull’area del Carle e degli stanziamenti per gli adeguamenti antisismici e antincendio nell’attuale Santa Croce. In merito al primo tema, Icardi ha rassicurato riguardo all’interlocuzione costante con la Sovrintendenza. Quanto ai fondi, ha precisato, si tratta di risorse stanziate ma ad oggi non disponibili: “Gli interventi sono previsti nel 2027-28, perché l’ospedale di Cuneo non è in condizioni di vulnerabilità sismica che richiedano interventi urgenti”.
Sul punto la sinistra civica mantiene le sue perplessità, ma a maggior ragione questo vale per l’ipotesi di costruire il nuovo ospedale in partenariato con un privato. In una nota Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia argomentano: “Consideriamo con preoccupazione (in base alla letteratura internazionale più attenta sull’argomento), la possibilità che la costruzione del nuovo ospedale e la gestione in affidamento dei servizi extra-sanitari sia delegata a società private mentre sono a disposizione finanziamenti Inail”.
“È lecito dubitare - aggiungono - che la disponibilità finanziaria immediata della società proponente possa avere un peso sul giudizio finale delle istituzioni aggiudicanti, salvo ovviamente il riscontro da parte dell’advisor di gravi incongruenze nel progetto, e del resto in generale questo appare l’indirizzo degli organismi ministeriali che, non ricevendo dai governi adeguate disponibilità finanziarie, sembrano caldeggiare la strada del partenariato pubblico-privato. D’altronde sanità e scuola paiono rappresentare l’ultima delle preoccupazioni di quest’ultima compagine governativa”. Da parte loro, i gruppi assicurano: “Noi continuiamo la nostra tenace opposizione a queste ‘forme nascoste’ di privatizzazione a favore del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, e chiediamo fin da subito un dibattito pubblico sul progetto presentato”.
Analoghe perplessità arrivano dal capogruppo di Indipendenti Giancarlo Boselli, anch’egli critico rispetto all’ipotesi del nuovo ospedale e comunque scettico sulle tempistiche indicate da Icardi - che ieri ha preventivato un arco di tempo di nove anni per la costruzione del nosocomio: “A poco più di un anno dalla scadenza della legislatura regionale, malgrado le varie soluzioni ipotizzate (costruire l’ospedale a carico del bilancio regionale, coi fondi Inail o col partenariato pubblico-privato), non si è ancora giunti a un impegno di spesa giuridicamente vincolante. La sensazione è che si voglia allungare il brodo e prendere tempo: l’ipotesi di costruire un ospedale entro nove anni, ad oggi, non c’è”.
a.c.
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