Nuovo ospedale di Cuneo, l’incontro con la Regione non scioglie i dubbi
Malumori per l’assenza di Cirio. Le opposizioni chiedono l’accesso agli atti, sul partenariato il centrista Pellegrino fa marcia indietro: “Ok se è l’unica ipotesi”Dubbiosi e critici sul progetto del nuovo ospedale di Cuneo non riponevano grosse aspettative in merito all’incontro dei capigruppo con la Regione e l’Aso. Non si può dire, quindi, che ne siano rimasti delusi: “Non eravamo lì per convincere loro e loro non ci hanno convinti, né hanno dato nessuna informazione” sintetizza Giancarlo Boselli di Indipendenti.
L’incontro con gli amministratori comunali, fissato per il pomeriggio di ieri, giovedì 12, è iniziato con circa venti minuti di ritardo, quando si sono presentati il solo assessore Icardi e il suo entourage, ma non il presidente Cirio. Chi ne è uscito meglio, alla fine, è stato il commissario dell’ospedale Livio Tranchida, elogiato perfino da un “barricadero” come Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni: “Devo dire che mi ha fatto una buona impressione, sulla questione del partenariato è preparato”. Sempre da lui, secondo la sintesi offerta da Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), sono giunti “alcuni dettagli della trattativa in corso con l’azienda che ha proposto il PPP”, vincolati però dall’obbligo di riservatezza.
È il paradosso che circonda questa fase di interlocuzione tra l’azienda ospedaliera e la Inc, parte del gruppo Fininc di Matterino Dogliani, ovvero i privati che vorrebbero accordarsi per il partenariato. Nessuno tranne i diretti interessati è a conoscenza di cosa preveda nei dettagli la proposta, perché svelarli danneggerebbe i proponenti. Per capirci qualcosa bisognerà aspettare la conferenza dei servizi, cioè il prossimo gennaio, a meno che non subentrino ulteriori rinvii. Quello che per ora si è capito è che l’advisor, chiamato dall’ospedale a valutare le tre alternative (finanziamento pubblico dai fondi ex articolo 20 della legge 67/1988, finanziamento Inail o partenariato pubblico-privato), ha messo in cima alle preferenze il finanziamento pubblico, in secondo luogo il PPP e solo da ultimo l’Inail. “Abbiamo chiesto a Icardi - spiega Boselli - se la valutazione lo convincesse. Lui ha risposto che non mette in discussione ciò che dicono i tecnici”. Così è se vi pare, in buona sostanza.
I gruppi che avevano convocato una “contro conferenza” all’indomani della cabina di regia in Prefettura, ovvero Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo Mia e Indipendenti, ribadiscono la richiesta di accedere agli atti in veste di amministratori, senza divulgare informazioni riservate. Sembra anche questa una strada non percorribile: “Il PPP - insiste Boselli - è realizzato in un modo che rende difficile qualsiasi controllo da parte dei cittadini e degli stessi amministratori. Una procedura da ipercapitalismo finanziario, creata e organizzata per consentire ai privati di entrare in un campo che è sempre stato controllato dallo Stato”. “Le nostre richieste di accesso agli atti in quanto amministratori comunali - aggiunge Bongiovanni - sono supportate dai recenti pareri del Consiglio di Stato. Saremo comunque tenuti al segreto d’ufficio ma potremo svolgere il nostro lavoro ispettivo e di vigilanza come rappresentanti degli interessi dei cittadini”.
Altra incognita è legata al cosiddetto “piano B”, la possibilità o meno di accedere ai fondi Inail qualora l’opzione partenariato sfumi (riguardo ai finanziamenti ex articolo 20, nessuno si fa illusioni: soldi non ce ne sono): “Ci è stato spiegato - chiarisce Sturlese - che la graduatoria dell’Inail è modulare, cioè ‘a scorrimento’. I progetti per i nuovi ospedali di Cuneo e Alessandria non sarebbero esclusi, ma potrebbero all’occorrenza rientrare”. “Restiamo convinti che non sia così semplice” commenta Boselli, mentre Bongiovanni taglia corto: “Si continua a vivere nella speranza di un piano B che una volta era il piano A che poi è diventato il piano PPP”.
Più cauto il capogruppo di Centro per Cuneo Vincenzo Pellegrino. Solo una settimana fa aveva fatto discutere la netta presa di posizione del suo gruppo sulla questione dei finanziamenti: “Occorre percorrere la linea del finanziamento pubblico, ex art. 20 o quella dei fondi Inail e lo ribadiremo in ogni sede”. Ora arriva una “correzione di tiro” significativa: “Alla luce di quanto abbiamo appreso, - ammette Pellegrino - pare sia praticabile solo l’ipotesi del PPP: se vogliamo l’ospedale, piuttosto che niente è meglio piuttosto”. Il leader consiliare dei centristi è, insieme ad altri colleghi, in una posizione delicata: perché oltre che consigliere della lista civica è anche esponente di Azione, sempre più incarnazione di un “centro che guarda a destra” - almeno in Piemonte. Basti dire che uno dei suoi uomini più in vista, il sindaco di Busca Marco Gallo, ha già annunciato la candidatura regionale nella lista di Cirio, con uno slogan che punta proprio sulla sanità. Partito di lotta a Cuneo e di governo a Torino, dunque? “Centro per Cuneo - risponde Pellegrino - non è Azione: Azione vi si riconosce, ma non pone diktat”. Quanto al resto, il tema che più sta a cuore al consigliere comunale e provinciale è quello della mobilità: “Il Comune di Cuneo sarà chiamato anche a gestire servizi, sottoservizi, mobilità e trasporti del nuovo ospedale: dovrebbe essere sentito preventivamente dai progettisti per tutto ciò che concerne la viabilità”. A cominciare dall’incompiuto lotto 1.6 per l’allacciamento di Confreria all’autostrada e dai collegamenti con la valle Stura.
Chi invece spara a palle incatenate contro la gestione dell’affaire ospedale è Mauro Calderoni, segretario provinciale del Pd e sindaco di Saluzzo: “Nell’incontro di ieri in Provincia - accusa - è emerso ciò che diciamo da mesi: punti fermi e tempi precisi sull’iter per il nuovo ospedale hub di Cuneo ancora non ce ne sono”. Quella del 15 novembre, quando è fissata la consegna delle integrazioni richieste alla ditta proponente, sarà - “se rispettata”, ammonisce Calderoni - la prima data certa “per capire se il PPP andrà avanti o si dovrà optare per altre fonti di finanziamento per il nuovo hub, magari tutte pubbliche come auspichiamo da sempre”: “Una data certa, non le interviste, i comunicati stampa, le conferenze d’intenti, le cabine di regia o ogni altra fantasiosa soluzione”. Un tema come quello dell’hub ospedaliero provinciale, conclude, “non può finire nel fuoco incrociato della propaganda elettorale, specie in un momento di grande difficoltà per la sanità pubblica”.
Andrea Cascioli
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