''Perché non istituire un Ministero della Pace?''
La proposta di un nostro lettore in una lettera al direttore. ''Abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli un mondo migliore''Riceviamo e pubblichiamo.
Gentile Direttore,
in questo periodo di grande cambiamento sia politico che sociale ho sentito la necessità di scriverle una lettera. Nonostante sia ormai palese a tutti che le scelte economiche e sociali che abbiamo intrapreso negli ultimi decenni non siano accettabili, ci stiamo sforzando di portarle avanti con sempre più fatica.
Negli ultimi anni non abbiamo fatto altro che far crescere il peso che dovranno portare sulle spalle i nostri figli pensando avidamente a migliorare il nostro “status quo”.
Ognuno di noi quotidianamente compie scelte che nel loro piccolo possono contribuire alla crescita o all’erosione di questo lascito. Gli esempi di cui posso parlarle sono infiniti e la maggior parte di essi sono già stati ampiamente affrontati da persone sicuramente più esperte di me.
Potremmo addirittura affrontare quest’argomento per ore parlando del denaro che noi affidiamo alle nostre banche che, a nostra insaputa, viene investito nell’export di armi verso paesi in guerra sporcando così le nostre mani ignare di sangue. O di come il nostro paese stia dirottando sempre più soldi pubblici nelle spese militari nonostante le difficoltà economiche che la nostra società sta affrontando. Secondo Mil€x nel 2020 abbiamo raggiunto la soglia record di 26,3 miliardi di Euro - mai così tanti da decenni.
Tuttavia, una buona notizia però fa ben sperare perché la revoca degli accordi per l’esportazione di armi verso l’Arabia Saudita da parte del Ministero degli Esteri italiano, ad esempio, ci permette di uscire dal massacro che sta avvenendo nello Yemen rispettando finalmente, in questo caso, l’Articolo 11 della nostra costituzione.
Per questo motivo, mi piacerebbe provare a chiedere con forza, al nuovo governo nascente, il coraggio di intraprendere delle scelte sì coraggiose ma sicuramente sempre più necessarie. Come ho scritto all’inizio della lettera non è su di noi che ricadranno i risultati di queste scelte, ma suoi nostri figli e noi abbiamo il dovere di lasciar loro un posto migliore di come si presenta oggi.
Un inizio potrebbe essere quello di istituire un Ministero della Pace, il quale avrebbe il compito di occuparsi di difesa civile, gestione dei conflitti sociali, difesa per i diritti umani, educazione alla nonviolenza e alla cittadinanza attiva per poi arrivare, nel più breve tempo possibile, all’azzeramento di nuovi fondi allocati sia al Ministero della Difesa che a quello dello Sviluppo Economico per l'acquisto di nuove armi.
Queste scelte di certo porterebbero a identificare un nuovo percorso economico sociale e politico da intraprendere. Nel 2011 Jurgen Grasslin, giornalista e pacifista tedesco, disse: "Chi semina armi, raccoglierà profughi". Dovremmo fare tesoro di queste parole e agire per cambiare strada riducendo, una buona volta per tutte, le spese per armamenti e investendo il denaro risparmiato in sanità, scuola e ambiente. Ancora una volta il nostro paese ha la possibilità di essere un faro per il mondo che ci circonda. Cogliamo questa occasione ora che ne abbiamo ancora la possibilità!
Cordiali saluti
Mattia Pesce
Redazione
CUNEO lettera - Ministero della Pace