Polizia di Stato, in vendita il calendario 2021 che ripercorre i 140 anni dell’istituzione
Il ricavato andrà in beneficienza all’Unicef e a un fondo di assistenza per i figli di dipendenti affetti da gravi patologie. Prenotazioni in Questura fino al 18 settembreNei giorni scorsi il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha reso noto che il calendario della Polizia di Stato 2021 ripercorrerà, attraverso delle immagini fotografiche, i 140 anni dall’introduzione della legge 121/81 che ha disciolto il corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e ha istituito la Polizia di Stato.
Le immagini racconteranno il cambiamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza verso una forza di polizia moderna, democratica e a ordinamento civile, descrivendo l’evoluzione della simbologia, dell’operatività e del concetto di prossimità. Il ricavato della vendita sarà destinato al comitato italiano per l’Unicef che finanzierà il progetto connesso all’emergenza coronavirus e devolverà una quota del ricavato al fondo di assistenza per il personale della Polizia di Stato, quest’ultimo in favore del piano “Marco Valerio” che interviene mediante l’erogazione di contributi annuali a favore dei figli dei dipendenti in servizio affetti da gravi patologie fino al 18esimo anno di età.
La vendita dei calendari della Polizia di Stato 2020 ha già permesso di devolvere, l’anno passato, 160.214 euro al progetto UNICEF “Trentesimo anniversario della Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Tutti coloro che sono interessati potranno prenotare il nuovo calendario, nella versione da parete (costo 8 euro) o nella versione da tavolo (costo 6 euro), entro e non oltre il prossimo 18 settembre 2020, presso l'Ufficio Staff del Questore di Cuneo in piazza Torino 5 (tel. 0171/443529), previa esibizione della ricevuta di versamento sul conto corrente postale nr. 745000, intestato a “Comitato Italiano per l’Unicef”, indicando come casuale Calendario della Polizia di Stato 2021 per il progetto Unicef “Emergenza Coronavirus”, e lasciando i propri riferimenti (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico).
Redazione
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