Pronto soccorso, grido d’allarme dei medici: “Perso il 69% delle borse di studio”
Il sindacato Simeu denuncia “una penuria di personale che rasenta il default sanitario” nei reparti di medicina d’urgenzaParte dal Piemonte un grido d’allarme in materia di medicina d’urgenza e di “mancata assegnazione di quelle borse di studio che darebbero un po’ di sollievo al settore, rendendolo anche più attrattivo per i giovani studenti. Sognano solo di andare a lavorare all’estero, quando invece i nostri Pronti soccorso vivono una penuria di personale che rasenta il default sanitario”.
A denunciare la situazione sono la presidente della Società Italiana Medicina d’Urgenza di Piemonte e Valle d’Aosta, Marina Civita, a nome del consiglio regionale Simeu, e il presidente nazionale dello stesso sindacato Fabio De Iaco.
“Le recenti assegnazioni delle borse di studio per la specializzazione in Medicina d’emergenza-urgenza hanno visto un ulteriore e pesantissimo calo della vocazione dei giovani medici verso questa disciplina - osserva Marina Civita -. In un quadro nazionale drammatico, dove non è stato assegnato il 69% delle borse di studio in Medicina d'Urgenza a disposizione, e dove in più atenei gli iscritti sono pari a zero, il Piemonte cerca di restare a galla grazie all’impegno dei medici Meu che ancora credono nel loro lavoro”.
“La drammaticità dei numeri - si rileva in una nota congiunta - deve imporre una grossa e urgentissima riflessione a tutti per salvare il sistema dei Pronto soccorso italiani. Politica, università e società scientifiche devono fare fronte comune per risollevare le sorti del sistema, che viceversa sarà destinato a fallire. L'intervento deve essere immediato. Si sta parlando di un nodo cruciale della sanità italiana, il pronto soccorso è e sarà sempre il biglietto da visita del Sistema Sanitario Regionale. Perdere questo patrimonio di servizi e competenze avrebbe ricadute gravissime su tutta la società”, conclude Marina Civita.
Redazione
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