Quando l’uguaglianza non sarà più un evento da festeggiare: quella sarà la vera Festa della Donna
L'8 marzo ricorre la Giornata dei Diritti delle Donne per ricordare gli anni di lotte, di porte chiuse, di ingiustizie che hanno portato alla conquista dei diritti per il mondo femminileOggi è l'8 marzo, la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, più comunemente chiamata “Festa della donna”. Si tratta di quel giorno in cui le ragazze entrano in classe e si trovano la scritta sulla lavagna con gli auguri fatta da un loro compagno, in cui le lavoratrici arrivano sul luogo di lavoro e i colleghi intonano uno dopo l'altro “Buona festa”, in cui alcune donne, la mattina appena sveglie, possono trovarsi la colazione già preparata, accompagnata da una mimosa comprata dai mariti il giorno prima. In poche parole si tratta di quella giornata in cui gli uomini sono un po' più gentili con le donne, quasi come fosse il loro compleanno.
Ma chi sa cosa si celebra veramente l'8 marzo? Probabilmente nemmeno tutte le donne lo sanno. In fondo nel presente è semplicemente diventata una festività, una ricorrenza, di quelle che si sa che esistono, ma non gliene si dà più il giusto peso. Dopotutto se ci domandassimo perché si festeggia la Giornata della Donna, piuttosto che la Giornata del Ricordo, la Giornata per i disturbi alimentari, la Giornata Internazionale della Famiglia, probabilmente da parte di molti la risposta sarebbe: “Perché è sempre stato così”. Sarebbe una bugia, poiché molto spesso, se nel presente possiamo celebrare tutte queste commemorazioni, è perché, per tantissimi anni, molti gruppi di persone hanno lottato per fare in modo che almeno un giorno all'anno venga dedicato a questioni così delicate.
In Italia la prima Giornata Internazionale della Donna è stata istituita solo nel 1922, poco più di cento anni fa; per la prima volta venivano dedicate ventiquattro ore ai diritti delle donne. Importante è ricordare come l'iniziativa riuscì a prendere maggiore forza nel 1945, quando l'Unione Donne in Italia, formata da donne del Pci, Psi, Partito d'Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell'Italia già liberate dal nazifascismo. L'8 marzo dell'anno successivo l'intera Italia ricordò la Festa della Donna e scelse la mimosa come simbolo, in quanto uno dei pochi fiori che nascono proprio nei primi giorni di marzo, economico, e di conseguenza accessibile a tutti. Man mano che sono trascorsi gli anni l'8 marzo si è trasformato in un'occasione per rivendicare tutti i diritti femminili, come il divorzio, la contraccezione, l'aborto e la difesa delle conquiste che le donne del passato hanno ottenuto.
È innegabile che ultimamente la Giornata Internazionale della Donna in Italia abbia un po’ perso il suo significato iniziale, diventando più un pretesto per una serata da trascorrere fra sole donne. C’è purtroppo da sottolineare, però, che per molte madri questo “pretesto” sia anche l’unica occasione per dedicare del tempo a sé stesse senza sentire quel senso di colpa che la società patriarcale ha inculcato loro fin da bambine, una società che ancora oggi, nel 2025, le vorrebbe completamente dedite al focolare.
In altre parti del mondo la situazione è ancora peggio e con questa ricorrenza viene colta la possibilità di puntare i riflettori sulla condizione delle donne, per rivendicare la parità fra i sessi e per denunciare le discriminazioni che ingiustamente esistono ancora. In alcuni Paesi è un giorno di protesta, in altri viene percepito come uno strumento per promuovere l'uguaglianza di genere. Altrove si celebra come festa nazionale, come in Armenia, Cambogia, Georgia, Laos, Mongolia, Montenegro, Ucraina e Vietnam. In alcuni Paesi come l'Albania, la Macedonia, la Serbia e l'Uzbekistan, la festa della donna è stata abbinata alla festa della mamma, una fusione per sottolineare l'importanza delle donne come madri (come se una donna, per essere ritenuta tale, dovesse necessariamente ricoprire il ruolo di madre). In Cina, a molte donne viene concessa mezza giornata libera, mentre in Russia è una Festa nazionale che si commemora con un classico pranzo in famiglia.
Sotto tutti i punti di vista, è giusto non dimenticare che l'8 marzo, oltre a celebrare la donna in quante tale, con i suoi punti di forza e le sue fragilità, è un giorno in cui dare voce alle ingiustizie che ancora le donne sono costrette a sopportare nella quotidianità. Dopotutto, finché le diseguaglianze tra uomo e donna esisteranno non ci sarà molto da festeggiare, ma è essenziale non dimenticare che prima di noi altre donne hanno combattuto per far cambiare le cose, per renderle migliori e più eque. Questa Festa deve essere percepita come un giorno da dedicare non solo alle donne del presente, ma anche a quelle del passato, senza le quali non potremmo essere quelle che siamo, e a quelle del futuro, con la speranza che un giorno non si dovranno sottolineare più le disuguaglianze che le differenziano dagli uomini, perché tali disuguaglianze non esisteranno più.
Oggi bisogna però ancora lottare per un futuro che purtroppo pare quasi “ideale”, un futuro nel quale non ci si stupirà più se la donna è la persona più acclamata per la sua carriera lavorativa in una famiglia, se è lei a praticare uno sport e a vincere medaglie e trofei; un futuro nel quale sarà del tutto normale se è una figura femminile quella a capo di un'impresa, di un'associazione, di un Paese. Un futuro nel quale una donna non avrà più paura di uscire da sola la sera, nel quale sarà libera di vestirsi come preferisce, senza essere sicura di venire giudicata ricevendo fischi o commenti indesiderati; un futuro in cui non si sottolineeranno le differenze tra uomini e donne solo in base al loro sesso, ma semplicemente in base alle loro qualità personali.
Perché l'8 marzo non si festeggia la donna in quanto tale, si festeggiano i suoi diritti che sono stati conquistati dopo anni e anni di lotte, di porte chiuse, di ingiustizie. Perché non basta una mimosa, un dolce, un regalo un giorno all'anno per scordare che se una donna al giorno d'oggi può fare il lavoro che vuole è solo merito di altre donne che l'hanno preceduta. Non perché si pensa che, visto che è sempre stato così, le cose non si possono cambiare: al contrario devono farlo. Pari stipendi, pari opportunità: la strada è ancora lunga.
Il giorno in cui una bambina crescerà non spaventata da un mondo che la giudica in quanto donna, in cui potrà fare tutto ciò che desidera in quanto essere umano e non essere limitata a causa del suo sesso: sarà quello il giorno in cui non ci sarà nulla da festeggiare, perchè dove c’è giustizia è festa ogni giorno.
Monica Martini

Festa della Donna - 8 marzo - donne