Residenze di Comunità, una nuova filiera della residenzialità e delle cure domiciliari
Oggi pomeriggio la presentazione del Quaderno 43 della Fondazione CRC. Una delle misure promuove un fondo di garanzia. Lecce (Intesa San Paolo): "Saremo presenti dove più necessario"Sono stati presentati oggi pomeriggio, presso lo Spazio Incontri di Fondazione CRC, il Quaderno 43 dal titolo Residenze di Comunità. Un contributo per una nuova filiera della residenzialità e delle cure domiciliari e il bando Residenze di Comunità che, a partire dagli elementi emersi dalla ricerca, Fondazione CRC mette in
campo a sostegno della rete di case di riposo cuneesi. L’analisi, promossa dalla Fondazione CRC nell’ambito dell’attività realizzata dal proprio Ufficio Studi e
Ricerche, ha visto la collaborazione dell’Università di Torino e di diverse realtà locali coinvolte sul tema dell’assistenza agli anziani. Partendo dalla descrizione degli scenari demografici internazionali, il quaderno offre una fotografia attuale della situazione delle case di riposo e fornisce alcuni suggerimenti per innovare e rendere sostenibili i servizi rivolti alle persone anziane, sottolineando la necessità di mantenere forte il legame con le comunità territoriali di riferimento delle strutture.
I PRINCIPALI RISULTATI
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione della longevità dove la popolazione anziana rappresenta una componente sempre più significativa della società a cui fornire risposte per preservarne la qualità della vita nel processo di invecchiamento. A questa rivoluzione si aggiungono i nuovi assetti sociali e
familiari e la ferita non ancora rimarginata della pandemia, tutti elementi che ci interrogano su come migliorare il sistema dei servizi che accompagnano le persone in età avanzata.
Sul fronte della residenzialità, la sostenibilità della rete di assistenza agli anziani poggia sull’equilibro tra la valorizzazione del contesto sociale dove le strutture operano e la messa in rete delle stesse strutture, finalizzata a costruire sinergie virtuose. Il panorama della residenzialità provinciale è caratterizzato da numerose piccole strutture, che dimostrano un forte legame con la comunità di riferimento, ma, al tempo stesso, faticano a coprire la vasta gamma di interventi che servono contemporaneamente al paziente autosufficiente e a quello non-autosufficiente. Le grandi strutture, invece, presentano un’importante qualità dei servizi, sebbene richiedano maggiori sforzi per garantire la qualità delle relazioni interpersonali. Partendo da queste indicazioni, l’analisi suggerisce, dove possibile, le aggregazioni delle piccole strutture, con l’opportunità per queste di specializzarsi sui bisogni del paziente autosufficiente: l’obiettivo è garantire un invecchiamento di qualità, modificando il paradigma secondo cui il paziente debba affacciarsi alle strutture solo in caso di non-autosufficienza.
Per le piccole strutture, che conoscono più da vicino le esigenze della comunità locale, aprirsi a servizi di domiciliarità può trasformarsi in leva di valore economico e sociale. Le grandi strutture, forti delle proprie competenze, avrebbero invece l’opportunità di specializzarsi su alcune patologie che riguardano il paziente non-autosufficiente e che sono più facilmente realizzabili per le strutture che possono contare su risorse più ampie.
Per entrambe le tipologie di strutture, tuttavia, sarà centrale l’apertura all’esterno e la collaborazione con il sistema di welfare socio-sanitario presente sul territorio. Non solo. Sarà importante mettersi in rete con altre attività che interessano la comunità, a partire dalle scuole, dalle associazioni di volontariato, per arrivare ai luoghi di socialità che rendono solide e forti le fondamenta comunitarie dei nostri territori. Un percorso che richiede risorse economiche e disponibilità a sperimentare approcci innovativi, che diventeranno centrali negli anni a venire non solo per la nostra comunità provinciale, ma per l’intero sistema Paese.
Il bando Residenze di Comunità
A partire dagli elementi di lettura del Quaderno 43, la Fondazione CRC promuove il bando Residenze di Comunità con due misure dedicate a sostenere il comparto della residenzialità. Una prima linea promuove l’aggregazione delle strutture e mette a disposizione 500 mila euro di contributi volti a sostenere interventi puntuali di miglioramento delle strutture esistenti, tra cui l’acquisto di nuove attrezzature, l’aumento del comfort e del benessere per la vita degli ospiti e il miglioramento dello standard qualitativo dei servizi offerti.
Una seconda linea, realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, promuove un fondo di garanzia per la messa in sicurezza e il rilancio delle case di riposo in provincia di Cuneo, sotto forma di finanziamenti erogati da Intesa Sanpaolo. La misura 2 mette a disposizione un plafond complessivo di oltre 1 milione di euro per i finanziamenti. Entrambe le misure prevedono specifici parametri di aggregazione che dovranno essere sono soddisfatti dalle strutture.
“I cambiamenti demografici, i nuovi assetti sociali e la pandemia hanno sollecitato profonde riflessioni sul sistema di servizi che accompagnano le persone in età avanzata. La Fondazione CRC ha da sempre avuto particolare attenzione al tema della residenzialità e delle cure domiciliari delle persone anziane: con il Quaderno 43 abbiamo raccolto le istanze e le criticità pervenute dal territorio ed elaborato riflessioni e proposte. Ne emerge una fotografia dettagliata ed attuale della rete delle case di riposo, ancora fortemente condizionate dalla crisi degli ultimi 2 anni” commenta Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC. “A
partire da queste evidenze la Fondazione mette in campo due misure concrete presentando il Bando Residenze di Comunità che, anche grazie a una stretta collaborazione con Intesa Sanpaolo, incentiva percorsi virtuosi di sostenibilità delle strutture, presidi sociali fondamentali per le nostre comunità”.
"Con la Fondazione CRC stiamo costruendo una soluzione dedicata alle RSA di Cuneo e della provincia, con strumenti concreti pensati per agevolarle al meglio nell’accesso al credito e accompagnarle nei progetti di crescita sostenibile” dichiara Andrea Lecce, responsabile della Direzione Impact di Intesa Sanpaolo. “In questo territorio di radicamento storico per il nostro Gruppo consideriamo la Fondazione un partner e un azionista strategico, con cui condividiamo valori e aspirazioni e intendiamo lavorare per un obiettivo congiunto di crescita nell’economia reale, nel sociale e nella cultura, attività nelle quali siamo fortemente impegnati e strutturati. Come Direzione Impact possiamo contare su 600 persone specializzate sul Terzo Settore, cui abbiamo erogato oltre 400 milioni di euro nel 2021 e circa 100 milioni nei primi tre mesi del 2022. Anche la Granda potrà beneficiare di questa forza e, per il qualificato tramite della Fondazione, saremo presenti dove più necessario”.
Il Quaderno 43 è disponibile sul sito web www.fondazionecrc.it, dove da domani sarà possibile recuperare anche il bando la registrazione dell’evento di presentazione. Chi fosse interessato a ricevere copia cartacea del Quaderno può richiederla scrivendo all’indirizzo [email protected]
Redazione
CUNEO Fondazione Crc