Sangue dei vaccinati coagulato dopo la donazione? La smentita dell'Avis: "Notizie false e pericolose"
La replica ad alcune teorie diffuse negli ultimi giorni su social e chat: "Si tratta di leggende senza fondamento"Tra la miriade di teorie complottiste legate al Covid, negli ultimi giorni è diventata molto diffusa su chat e social - anche nei commenti ad alcuni nostri articoli sulla nostra pagina Facebook - quella legata al sangue dei vaccinati che coagulerebbe dopo la donazione, diventando così inutilizzabile per una successiva trasfusione. In alcuni casi si va anche oltre, affermando la scarsa qualità degli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose, insinuando inoltre che Avis sarebbe stata costretta ad accettare solamente il sangue dei donatori non vaccinati. Tutto falso, come spiegato dalla stessa Avis in un comunicato stampa diffuso pochi giorni fa e rilanciato anche dalle sezioni locali cuneesi.
Spiega il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola: “Più volte abbiamo ribadito la necessità di reperire informazioni solo attraverso i canali ufficiali, ossia il nostro sito o quello del Ministero della Salute. Evidentemente raccontare bugie e dare spazio a leggende senza fondamento è molto più facile che studiare e approfondire tematiche delle quali si è all’oscuro. Il Covid non può essere trasmesso per via trasfusionale e nessuno nei centri trasfusionali e nelle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi differenti o, peggio ancora, di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato”.
Sulla presunta richiesta di sangue dei non vaccinati perché “più sicuro”: “Questa informazione – prosegue Briola – non ha alcun fondamento e nasce da un'errata interpretazione di una circolare del Ministero della Salute, con cui si è stabilito che non vi è obbligo di Green pass per accedere alle strutture di raccolta. Tale decisione è stata assunta in quanto i donatori si recano nei Servizi trasfusionali per sottoporsi a una prestazione sanitaria, peraltro dopo aver seguito un triage telefonico finalizzato a conoscere in modo approfondito le loro attività svolte negli ultimi giorni. A questo bisogna aggiungere l'accesso contingentato previa prenotazione, il rispetto del distanziamento sociale, l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, la misurazione della temperatura, la somministrazione di un questionario e un colloquio con il medico. Inoltre, i donatori sono chiamati a rispondere a un’esigenza del Sistema Sanitario Nazionale e sono, quindi, titolati ad accedere nel rispetto delle norme e dei protocolli vigenti. Sono regole indicate dal Ministero della Salute che Avis e le altre associazioni di donatori si impegnano a seguire assicurando la sicurezza di tutti: donatori e personale sanitario”.
Infine, un richiamo alla responsabilità collettiva: “Il momento che stiamo attraversando continua a essere delicato. La variante Omicron sta generando nuovi contagi e difficoltà al sistema trasfusionale, con carenze diffuse in diverse regioni italiane. Diffondere false informazioni è pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza dell’intero Paese. Il nemico da sconfiggere è il Covid, non gli strumenti che lo studio e la ricerca mettono in campo per combatterlo. Per questo invitiamo tutti a proteggersi, vaccinarsi, prevenire il contagio e dare il proprio contributo donando il proprio sangue o plasma”.
a.d.
CUNEO Avis