Sanità “a gettone”? Guerra (Asl) replica al sindacato dei medici: “Costretti a ricorrere alle cooperative”
Chiara Rivetti di Anaao Assomed critica l’affidamento delle guardie specialistiche ai dottori a cottimo. “Una soluzione provvisoria” risponde il dirigente cuneeseCosa resta della sanità pubblica dopo due anni di pandemia? Sempre meno, sostiene più di qualche addetto ai lavori. Chiara Rivetti, segretario regionale del sindacato medico Anaao Assomed, ne parla scomodando la metafora della rana bollita: la rana buttata nell’acqua bollente fa uno scatto e salta fuori, ma se messa nell’acqua tiepida è tranquilla. Poi la temperatura progressivamente sale, la rana la trova via via sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce - semplicemente - morta bollita.
“Così - secondo la dirigente sindacale - è per la privatizzazione dei servizi ospedalieri in Piemonte Dalle cooperative in Pronto soccorso si passa, silenziosamente, alle cooperative per tutto l’ospedale”. Rivetti chiama in causa quanto sta accadendo a Cuneo, perché in questi giorni l’Asl Cn1 ha aperto una gara per l’affidamento esterno delle guardie specialistiche presso i propri presidi ospedalieri, per un periodo di dodici mesi. La gara prevede sei lotti riferiti a varie specialità: la neurologia dell’ospedale di Savigliano, l’anestesia e rianimazione degli ospedali di Ceva e di Saluzzo, il pronto soccorso con l’esternalizzazione completa delle guardie diurne nelle stesse Ceva e Saluzzo e quella parziale (diurna e notturna) a Savigliano e Mondovì, la ginecologia e ostetricia per 25 turni mensili a Mondovì e per tutte le guardie diurne a Savigliano e infine le guardie notturne interdivisionali degli ospedali di Savigliano, Fossano e Mondovì.
A seconda del turno notturno o diurno - e della specialità - le guardie vengono remunerate circa 100 euro all’ora: il 25% della cifra è destinato alla cooperativa. Per i medici dipendenti un turno di guardia notturna nei pronto soccorso si prevede un’indennità di 120 euro per tutte le 12 ore. “Sub-appaltare il servizio ad una cooperativa - ammonisce il sindacato - non garantisce continuità: i medici sono cottimisti ‘a gettone’, cambiano spesso. Le loro competenze non vengono valutate dall’azienda in occasione un concorso pubblico, come per i dipendenti. In ogni caso non sono inseriti nell’équipe, non contribuiscono a creare un gruppo di lavoro da motivare, formare, far crescere. L’azienda non investe nella loro formazione perché non sono dei dipendenti”. Ma soprattutto, conclude Rivetti, il fatto che un’ASL esternalizzi ben 5 servizi alle cooperative “fotografa la gravissima crisi in cui versano gli ospedali piemontesi: i medici sono troppo pochi, i concorsi per assumere vanno deserti, il lavoro aumenta sempre di più e la frustrazione pure. Esternalizzati oss, esternalizzati infermieri, esternalizzati servizi amministrativi, ora esternalizzati medici. Gli ospedali rimangono contenitori pieni solo più di apicali, alti vertici, direttori. Fondazioni invadenti fioriscono portando gli interessi di tanti ma non dei pazienti e dei lavoratori. Tutti capi sempre più solo di sé stessi e dei muri che li circondano”.
La replica del dottor Giuseppe Guerra, direttore generale dell’Asl Cn1, non ha tardato ad arrivare. Si concentra anzitutto su alcune imprecisioni nel comunicato sindacale: una rilevante riguarda l’importo annuale nel bando di gara, che è di 6.316.800 e non di 26 milioni “come incautamente e erroneamente sostenuto dalla Rivetti”. È il valore massimo stimato dell’appalto, comprensivo delle opzioni di rinnovo e riferito ad un arco temporale di tre anni, ad assestarsi invece sui 24 milioni.
Si tratta, precisa ancora Guerra, di appalto e non di subappalto, come afferma Anaao Assomed. Quanto alla sostanza, il dirigente sanitario ammette che il ricorso alle cooperative è stato attuato come “extrema ratio”: “Questa azienda, prima di giungere all’indizione della gara d’appalto, ha sempre attivato procedure di reclutamento mediante avvisi di mobilità, per incarichi a tempo determinato, per concorsi pubblici, convenzioni con altre aziende sanitarie, purtroppo senza esito positivo. Solo all’esito negativo di tutte queste procedure e per garantire continuità nell’erogazione dei servizi alla popolazione come nostro preciso dovere istituzionale, l’Asl si è trovata costretta a bandire la gara”. È insomma di “una soluzione temporanea, imposta dallo stato di necessità, che comunque, come si evidenzia nel disciplinare, è diretta a selezionare l’appaltatore che si avvale di medici con migliore professionalità. Proprio in considerazione del carattere temporaneo di tale soluzione, il bando di gara prevede espressamente più clausole di salvaguardia nell’eventualità in cui questa ASL riesca ad assumere medici specialisti attraverso concorsi pubblici”.
“Nessuno più di me, che sono un medico, riconosce il valore della professione medica e crede nel servizio pubblico” evidenzia il dottor Guerra. Che critica le modalità con cui il sindacato ha portato avanti la polemica, con dichiarazioni che a suo giudizio “non danno alcun contributo ai lavoratori”: “Dovremmo forse chiudere i servizi? Dovremmo ridurre l’assistenza alla popolazione? Dovremmo chiedere ai colleghi di triplicare l’orario di lavoro?” si chiede, retoricamente, il direttore generale, mettendosi a disposizione per ulteriori chiarimenti e per trovare soluzioni concrete alla scarsità di medici specializzati.
La polemica però non esaurisce il problema, riassunto da una frase con cui Rivetti riprendeva la metafora della rana bollita: “Al di là degli slogan, i maquillage e la propaganda: c’è puzza di rana morta e la rana è il sistema sanitario”.
a.c.
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