'Se il Piemonte rimane a guardare, gli allevatori abbandoneranno le montagne'
La sezione regionale della Confederazione italiana agricoltori commenta la situazione della cosiddetta 'emergenza lupo'"Ci fa piacere che anche il Veneto stia promuovendo un disegno di legge per il contenimento del lupo, mentre in Piemonte, dove la presenza del predatore è la più consistente in Italia, la politica purtroppo non si è ancora mossa e non ha risposto alle nostre sollecitazioni. Sulle nostre montagne, se non si interviene per limitare i lupi, i pastori saranno costretti ad andarsene. Abbiamo bisogno di una legge che consenta di gestire i predatori, se occorre anche con dei piani di abbattimento, e non di tutelarli a tutti i costi, come avviene oggi, senza pensare alla reale salvaguardia dell’ecosistema, che certamente non può escludere l’uomo dall’ambiente".
Così Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori del Piemonte, a commento della notizia sull’iniziativa legislativa del Veneto, che peraltro segue quelle analoghe delle Province autonome di Trento e Bolzano e delle Regioni Valle d’Aosta e Toscana, impugnate dal Governo o in attesa del parere dell’Unione europea e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
"A maggio – aggiunge il presidente della Confederazione italiana agricoltori di Torino, Roberto Barbero - la nostra Organizzazione ha riunito a Fenestrelle centinaia di allevatori, insieme a parlamentari, consiglieri regionali e della Città Metropolitana, oltre ad amministratori locali, tecnici faunistici, ambientalisti e cacciatori, per fare il punto sull’emergenza lupo e tutti hanno convenuto che una soluzione vada trovata al più presto, riaprendo prima possibile il Tavolo del Piano lupo nazionale. Peccato che poi nessuno se ne sia fatto politicamente carico, a cominciare dalla Regione Piemonte, che sta con il lupo e fa finta di non vedere i danni irreparabili che il predatore causa alle aziende in montagna".
c.s.
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