Valdieri-Mollières viaggio in amicizia e radici nella storia e nella tradizione
Sabato 4 settembre il tradizionale appuntamento a 'Molliera'. Il sindaco Gaiotti: "Lavoriamo per un legame sempre più stretto"Un “viaggio dell’amicizia”, una tradizione che da anni si rinnova in quel di Mollières, capace di legare uno dei villaggi del Comune di Valdeblore in Francia con Valdieri. Sabato 4 settembre si è svolta la Fệte de Mollières, dove ad attendere la comitiva valdierese, composta dal sindaco uscente Giacomo Gaiotti ed alcuni cittadini c’era la sindaca di Valdeblore, Carol Cervel, la presidente dell’Associazione Mulierenc, Laurence Dalstein-Richier, la direttrice del Parco Mercantour, Aline Comeau e i numerosi discendenti di chi un tempo nacque e visse in questa piccola realtà italiana. L’occasione ha permesso di incontrare anche la presidente dell’Association Guides Scouts, Marie Helene Gambà insieme al cappellano della scuola cattolica Petit Cours Saint Maur, padre Claudio Fasulo della Diocesi di Monaco che ha celebrato la Messa (sul territorio per la realizzazione di passerelle utili a sopperire alla catastrofe provocata dal passaggio della Tempesta Alex dell’ottobre scorso).
Il momento, particolarmente sentito, trae le sue origini dalla storia in quanto il territorio in italiano, chiamato Molliera prima di essere stato ceduto dall’Italia alla Francia con il Trattato di Parigi del 1947 apparteneva al Comune di Valdieri. Graglia, Giuge, Brao, Richiere, Mario erano i cognomi più diffusi. I fratelli Piergiacomo e Donatella Graglia ricordano il padre Francesco, dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione a Torino nato a Mollières nel 1913, che nel ’46 scelse di trasferirsi per continuare ad essere italiano. Qui si annota la prima e unica vocazione dell’autoctono Bernardino Graglia. E poi Giuseppe Giuge il cui bisnonno gestiva il ristorante “Cantina delle Alpi” e ancora Bernardino Brao residente a Nizza ma di origini “santannesi”.
A dare avvio al discorso di “autonomia del quotidiano” a Mollières fu il nunzio apostolico monsignor Domenico Enrici, incardinato nella Diocesi di Cuneo che ebbe l’idea, di far realizzare una segheria, un abbeveratorio dotato di mulino in grado di produrre elettricità gratuita per tutto il paese. Primaria fonte di reddito: l’allevamento e la coltivazione della segale. Nella piccola realtà c’era la chiesa, una scuola (tanti i maestri valdieresi assegnati), la Caserma dei Carabinieri e il camposanto. Ricca è la natura della zona, nelle acque del torrente prosperano le trote, mentre fauna e flora regnano abbondanti. Sulle note degli inni nazionali (primo ad essere intonato quello di Mameli), si è aperto il pranzo proseguendo con le canzoni popolari del repertorio piemontese in segno di amicizia imperitura. "Questa deve essere interpretata come una grande opportunità per la cultura nella scoperta delle tradizioni e radici della comunità e sotto il profilo naturalistico. E’ importante per il futuro lavorare nell’ottica di un legame sempre più stretto con Valdeblore dove punto di collegamento è Mollières” ha commentato Gaiotti.
Redazione
VALDIERI valdieri