L'ospedale S.S. Trinità di Fossano a pieno regime
Ricoveri in aumento, lavoro in “rete” tra ospedali e professionisti, collaborazione tra Cardiologia e riabilitazione
Aumento dei ricoveri con utenti provenienti anche da fuori Distretto o altre Asl, maggiore integrazione con gli ospedali per acuti, lavoro in équipe dei professionisti. Sono alcuni dei dati positivi sottolineati oggi, durante la conferenza stampa convocata dai vertici Asl per misurare,
insieme ai responsabili dei reparti, lo stato di salute del SS. Trinità che è Centro di riabilitazione pubblica a livello provinciale.
Confrontando i numeri dei ricoveri nel periodo 2015-2017 si registra un aumento del 13% nel settore della riabilitazione e degli stati vegetativi, il 39% nella lungodegenza, con un dato complessivo che passa dai 952 ricoveri del 2015 ai 1123 dell’anno in corso (con proiezione al 31 dicembre).
In particolare, l’attività di riabilitazione copre molto bene l’area Nord, quindi anche Saviglianese e Saluzzese; la lungodegenza rappresenta invece un’attività molto legata al territorio con oltre il 70% di risposta entro il bacino dell’area fossanese.
“Fossano sta acquisendo sempre più – spiega il direttore generale Francesco Magni – un ruolo importante come riabilitazione di riferimento anche fuori Asl.” Gianfranco Lamberti è direttore della struttura di Neuroriabilitazione: “Contiamo su un’équipe e un gruppo di lavoro di infermieri e fisioterapisti che ci permettono di offrire le risposte corrette in neuro riabilitazione e siamo unici in Piemonte a conservare un’unità per gli stati vegetativi.” Non secondaria la ricerca scientifica, con la partecipazione a network di livello nazionale e internazionale (è recente la pubblicazione di un volume sulla Locked-in syndrome). Altri progetti: elettrostimolazione transcranica con la disponibilità di una delle tre apparecchiature presenti in Italia e un lavoro per determinare l’impatto delle infezioni ospedaliere sul reparto di riabilitazione di terzo livello. Inoltre sarà presto pronta la rete per la riabilitazione perineale anche rivolta all’età evolutiva. Marco Quercio è responsabile della riabilitazione ortopedica e neurologica: “Lavoriamo sui percorsi che definiscono il passaggio del paziente dall’acuzie alla riabilitazione e sull’integrazione tra terzo e secondo livello.” Ma Fossano, Savigliano e Saluzzo hanno già cominciato a lavorare in rete. “Lavoro in team e appropriatezza di percorso ci hanno portati a una degenza media inferiore rispetto al passato”, precisa Corrado Giachino che fino a fine anno, prima della pensione, guiderà la Medicina Fisica e Riabilitativa dell’area Nord.
Novità e puntualizzazioni anche sul versante della riabilitazione cardiologica, oggi struttura semplice inserita nella Cardiologia di Savigliano. Integrazione, specializzazione e interdipendenza sono le parole chiave che utilizza Baldassarre Doronzo, direttore della Cardiologia del SS. Annunziata e del dipartimento di Area Medica Specialistica: “Siamo un esempio di circolazione di professionisti, abbiamo cominciato a dialogare anche con il S. Croce di Cuneo per quanto riguarda la riabilitazione cardiologica. I riabilitatori devono avere un’esperienza multidisciplinare”.
Mauro Feola è primario a Mondovì, ma continua a seguire la riabilitazione di Fossano: “Crescono i ricoveri, ma anche l’attività ambulatoriale dove il 90% dei pazienti proviene da Fossano a indicare un legame fortissimo tra la popolazione del territorio e l’ospedale”.
A Fossano resta l’unica lungodegenza pubblica (le altre nel tempo sono state chiuse), che conta su 15 posti letto e 250 ricoveri l’anno e un’età media dei pazienti di 81 anni. Giovanni Siciliano è il direttore: “Sono stati assunti 3 nuovi geriatri che ci hanno consentito di riattivare il percorso per il declino cognitivo e le demenze. Riprenderemo anche una collaborazione con le strutture, uscendo dall’ospedale. Speriamo che la nostra attività di presa in carico globale del paziente diventi un modello. La degenza media dei ricoveri è scesa negli anni ad appena 20 giorni, anche a seguito dell’attivazione dei Cavs (le cosiddette “cure intermedie”, un pezzo di territorio in ospedale 20 posti letto a Saluzzo, altre 28 tra Ceva e Mondovì). Altra novità (la annuncia il direttore di Presidio Giuseppe Guerra): un ambulatorio di Ortopedia che aprirà prossimamente, due giovedi mattina al mese con 20 prime visite per seduta. Gli ortopedici svolgeranno anche consulenze per i reparti. Un altro esempio di rete tra le sedi del Presidio dell’area Nord. Soddisfatti il sindaco Davide Sordella e il consigliere delegato ai problemi della Sanità Enzo Brizio: “E’ importante parlare con chi è sul campo. Alcune cose sono in divenire, aggiorniamoci a fine gennaio.”
insieme ai responsabili dei reparti, lo stato di salute del SS. Trinità che è Centro di riabilitazione pubblica a livello provinciale.
Confrontando i numeri dei ricoveri nel periodo 2015-2017 si registra un aumento del 13% nel settore della riabilitazione e degli stati vegetativi, il 39% nella lungodegenza, con un dato complessivo che passa dai 952 ricoveri del 2015 ai 1123 dell’anno in corso (con proiezione al 31 dicembre).
In particolare, l’attività di riabilitazione copre molto bene l’area Nord, quindi anche Saviglianese e Saluzzese; la lungodegenza rappresenta invece un’attività molto legata al territorio con oltre il 70% di risposta entro il bacino dell’area fossanese.
“Fossano sta acquisendo sempre più – spiega il direttore generale Francesco Magni – un ruolo importante come riabilitazione di riferimento anche fuori Asl.” Gianfranco Lamberti è direttore della struttura di Neuroriabilitazione: “Contiamo su un’équipe e un gruppo di lavoro di infermieri e fisioterapisti che ci permettono di offrire le risposte corrette in neuro riabilitazione e siamo unici in Piemonte a conservare un’unità per gli stati vegetativi.” Non secondaria la ricerca scientifica, con la partecipazione a network di livello nazionale e internazionale (è recente la pubblicazione di un volume sulla Locked-in syndrome). Altri progetti: elettrostimolazione transcranica con la disponibilità di una delle tre apparecchiature presenti in Italia e un lavoro per determinare l’impatto delle infezioni ospedaliere sul reparto di riabilitazione di terzo livello. Inoltre sarà presto pronta la rete per la riabilitazione perineale anche rivolta all’età evolutiva. Marco Quercio è responsabile della riabilitazione ortopedica e neurologica: “Lavoriamo sui percorsi che definiscono il passaggio del paziente dall’acuzie alla riabilitazione e sull’integrazione tra terzo e secondo livello.” Ma Fossano, Savigliano e Saluzzo hanno già cominciato a lavorare in rete. “Lavoro in team e appropriatezza di percorso ci hanno portati a una degenza media inferiore rispetto al passato”, precisa Corrado Giachino che fino a fine anno, prima della pensione, guiderà la Medicina Fisica e Riabilitativa dell’area Nord.
Novità e puntualizzazioni anche sul versante della riabilitazione cardiologica, oggi struttura semplice inserita nella Cardiologia di Savigliano. Integrazione, specializzazione e interdipendenza sono le parole chiave che utilizza Baldassarre Doronzo, direttore della Cardiologia del SS. Annunziata e del dipartimento di Area Medica Specialistica: “Siamo un esempio di circolazione di professionisti, abbiamo cominciato a dialogare anche con il S. Croce di Cuneo per quanto riguarda la riabilitazione cardiologica. I riabilitatori devono avere un’esperienza multidisciplinare”.
Mauro Feola è primario a Mondovì, ma continua a seguire la riabilitazione di Fossano: “Crescono i ricoveri, ma anche l’attività ambulatoriale dove il 90% dei pazienti proviene da Fossano a indicare un legame fortissimo tra la popolazione del territorio e l’ospedale”.
A Fossano resta l’unica lungodegenza pubblica (le altre nel tempo sono state chiuse), che conta su 15 posti letto e 250 ricoveri l’anno e un’età media dei pazienti di 81 anni. Giovanni Siciliano è il direttore: “Sono stati assunti 3 nuovi geriatri che ci hanno consentito di riattivare il percorso per il declino cognitivo e le demenze. Riprenderemo anche una collaborazione con le strutture, uscendo dall’ospedale. Speriamo che la nostra attività di presa in carico globale del paziente diventi un modello. La degenza media dei ricoveri è scesa negli anni ad appena 20 giorni, anche a seguito dell’attivazione dei Cavs (le cosiddette “cure intermedie”, un pezzo di territorio in ospedale 20 posti letto a Saluzzo, altre 28 tra Ceva e Mondovì). Altra novità (la annuncia il direttore di Presidio Giuseppe Guerra): un ambulatorio di Ortopedia che aprirà prossimamente, due giovedi mattina al mese con 20 prime visite per seduta. Gli ortopedici svolgeranno anche consulenze per i reparti. Un altro esempio di rete tra le sedi del Presidio dell’area Nord. Soddisfatti il sindaco Davide Sordella e il consigliere delegato ai problemi della Sanità Enzo Brizio: “E’ importante parlare con chi è sul campo. Alcune cose sono in divenire, aggiorniamoci a fine gennaio.”
c.s.
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