All’ospedale di Mondovì si è parlato di prevenzione e cura dell’osteoporosi
Lunedì 10 marzo si è svolto un incontro organizzato dall’Asl CN1 e dall’Avo monregalese per analizzare la malattia sistemica dell’apparato scheletrico, che colpisce cinque milioni di italianiSala comunale delle conferenze gremita di pubblico lunedì pomeriggio, 10 marzo, all’incontro organizzato a Mondovì dall’Asl CN1 e dall’Avo monregalese, su come prevenire e curare l’osteoporosi. I relatori l’endocrinologa Ines Meineri, il nefrologie Alessandro Domenico Quercia, medici entrambi dell’ospedale di Mondovì, Filippo Ferreri medico di famiglia di Villanova Mondovì, la dottoressa Maria Chiara Dante, dietista e il dottore Stefano Pelazza Fisioterapista Meineri e Quercia hanno riferito sulla osteoporosi, malattia sistemica dell’apparato scheletrico, che colpisce cinque milioni di italiani e dunque, in proporzione, moltissimi monregalesi. Solitamente le ossa colpite dalla malattia si indeboliscono fino a fratturarsi, spesso con gravi conseguenze sulla qualità della vita, talvolta tanto compromessa da causarne la fine. Le donne dopo la menopausa sono le più esposte con circa tre milioni e mezzo dì casi l’anno, a fronte di un milione circa di uomini; ben l’80% degli anziani sono vittime della malattia, di cui solo uno su due riceve un trattamento adeguato.
Due medici si sono alternati a descrivere gli aspetti più importanti di questa malattia, sottolineando che le ossa sono una parte viva del nostro organismo, la cui consistenza massima si ha tra i 20 e i 25 anni di età, mentre dopo i 40 anni prevale un lento, ma progressivo indebolimento della massa ossea, che è tra le prime cause invalidanti nella persona anziana. Le fratture sono i principali effetti della osteoporosi, hanno spiegato i due medici relatori, precisando che una donna su due e un uomo su quattro avranno almeno una frattura di femore nella loro vita: 55 mila casi l’anno, con un tasso di mortalità del 30% entro un anno, la maggior parte nel corso dei primi sei mesi.
Significativo il riferimento della dottoressa Meineri alla favola di Biancaneve, in particolare alla figura della regina Grimilde, la strega perfida e malvagia, rappresentata a confronto con la bella e dritta Biancaneve, come una donna curva, con un corpo piegato in avanti come può ridurlo l’osteoporosi. Un corpo però che non si spezza se curato correttamente e soprattutto se si adottano per tempo comportamenti e misure adeguate di prevenzione. Tra i fattori di rischio della osteoporosi, oltre alla menopausa prematura nelle donne prima dei 45 anni di età, i relatori hanno segnalato come abitudini che favoriscono la malattia e che dunque possono essere evitati, il fumo, l’alcool, il sale, la caffeina e una dieta errata; cattive abitudini che riguardano anche l’uomo, così come la scarsa esposizione al sole, l’immobilizzazione protratta. Ci sono infine alcune malattie e cure, che facilitano l’insorgenza della osteoporosi, come il diabete, la terapia cortisonica per più di tre mesi e la celiachia non trattata. Offrono invece un ostacolo alla comparsa della osteoporosi la vitamina D e adeguati livelli di calcio, da assumere, quando occorre, sotto lo stretto controllo del medico.
Più in particolare, il dottore Quercia è intervenuto sulla osteoporosi nel paziente nefropatico, ovvero con insufficienza renale cronica, che alla osteoporosi primitiva somma la osteodistrofia renale, forme entrambe da prevenire e curare in modo opportuno. Riguardo alle fratture da fragilità ossea, i due medici dell’ospedale di Mondovì, hanno avvertito che in un paziente su sette si verifica una nuova frattura entro due anni dalla prima e che tra il 21% e il 30% dei pazienti muore entro un anno. Chi sopravvive deve fare i conti con uno condizione invalidante che significa dolore, perdita di indipendenza e isolamento sociale, responsabili, talvolta, di disturbi depressivi.
Quanto alla diagnosi dell’osteoporosi, i conferenzieri hanno spiegato il ruolo della densitometria ossea, che consente allo specialista di valutare il rischio di fratture e di individuare le soluzioni terapeutiche già adatte. Tale indagine diagnostica si effettua, in genere nelle donne di età superiore ai 65 anni (dopo i 70 anni negli uomini). Se esistono indicazioni rilevanti di familiarità della malattia o in caso di fattori specifici di rischio tale esame diagnostico si eseguito tanto nelle donne, quanto negli uomini dopo i 50 anni di età. Per una diagnosi corretta, ha spiegato il dottore Ferreri, è importante l’intervento del medico di famiglia con la prescrizione di esami che permettano di differenziare le cause dell’osteoporosi. Raccomandato dal dottore Pelazza l’esercizio fisico, da praticare con l’aiuto di un fisioterapista per il rinforzo del tono muscolare, per la respirazione diaframmatica, per una movimento corretto della colonna vertebrale, che eviti di curvare la schiena. Contribuisce infine a prevenire l’osteoporosi, una sana e corretta alimentazione. Al riguardo la dottoressa Dante ha proposto delle diete bilanciare con l’apporto di calcio e vitamina D. Vista la notevole presenza di pubblico, gli organizzatori intendono riproporre l’iniziativa anche a Ceva.
Il presidente Avo Mondovì Giuseppe Bertone ringrazia i dottori e gli specialisti che hanno relazionato nell’ incontro e tutto il pubblico presente. Diventare volontario Avo è fare una grande esperienza di valori e di opportunità di crescita personale che contribuisce al benessere della comunità. Il volontario Avo dona parte del suo tempo alle persone ammalate ricoverate in ospedale, agli ospiti delle Case di Riposo,centri diurni comunità e domicilio. Per diventare volontario chiamare il 3341112372 o scrivere a [email protected]. È possibile donare il 5x1000 all’Avo Mondovì.
c.s.

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