Convegno della Lega sul futuro della caccia, Bergesio: “Necessario rivedere la legge"
L'appuntamento a Castelletto Uzzone, dove si è parlato anche del contenimento della peste suina africanaRivedere la legge nazionale sulla caccia, approvata oltre 30 anni fa, Psa, presenza del lupo, formazione dei praticanti: questi alcuni degli argomenti affrontati ieri sera in occasione del convegno “La caccia di oggi e del domani” promosso dalla Lega Salvini Premier della Provincia di Cuneo nella sala del centro polifunzionale di Castelletto Uzzone.
Un incontro che, in una sala gremita di pubblico, ha visto la partecipazione, accanto al Senatore cuneese, nonché segretario provinciale Lega, dell’europarlamentare Gianna Gancia, dell’onorevole Francesco Bruzzone, dei consiglieri regionali Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso, del consigliere provinciale Annamaria Molinari, del presidente Atc Cn5 Chiara Petrini, del presidente provinciale Federcaccia Livio Salomone e di molti sindaci del territorio.
“Convivenza sì, ma sudditanza no”: lo ha detto l’onorevole Bruzzone, in riferimento alla presenza sempre più diffusa del lupo sul territorio. “La legge sulla caccia è del ’92 e va rivista perché la situazione è molto cambiata da allora, a cominciare dal numero dei cacciatori, all’epoca quasi 2 milioni, oggi ridotti a 500.000. Ma anche la fauna è molto cambiata. Occorre quindi adeguare la normativa alla realtà attuale”, ha sottolineato il parlamentare, che ha affrontato anche il tema della peste suina.
Nel suo intervento, Bergesio ha ribadito: “La legge nazionale sulla caccia n.157 è stata approvata nel 1992, in un quadro faunistico e sociale profondamento diverso da oggi. I dati ISPRA ci dicono che tutte le specie di ungulati sono molto aumentate, come dimostra il caso del cinghiale, e questo riflette un profondo cambiamento del paese, che ha visto un notevole aumento delle aree boschive, l’abbandono di molte aree rurali, e la creazione di una rete di aree protette che mette in sicurezza specie un tempo minacciate. Basti pensare al lupo, passato da un centinaio di esemplari negli anni ’70 agli attuali 3.300 individui, facendo dell’Italia il paese con più lupi in Europa”.
“Ed anche la caccia è profondamente cambiata - commenta Bergesio -, il numero di cacciatori è calato drammaticamente e l’età media è salita. Questo si riflette in una ridotta pressione venatoria, che renderebbe possibile rivedere alcune delle regole finora seguite, anche perché l’aumento di alcune specie, penso soprattutto al cinghiale, rende necessario aumentare i prelievi, se vogliamo tutelare le nostre colture e la sicurezza stradale”. Poi le modifiche normative apportate negli ultimi mesi. “Dal piano straordinario di controllo alle modifiche in materia di uso e trasporto delle munizioni al piombo nelle aree umide o in prossimità di esse. Una delle più rilevanti è stata la ricostituzione del Comitato Faunistico Venatorio Nazionale, al quale è stato assegnato il compito di esprimere pareri sui calendari venatori, parallelamente ai pareri di ISPRA”, ha detto Bergesio, che ha proseguito: “Uno degli obiettivi delle revisioni normative è quello di prevenire ricorsi al TAR e sospensive, che rendono molto complicato per le regioni pianificare in modo ordinato l’attività venatoria. Capiremo se questo obiettivo è stato raggiunto all’inizio della prossima stagione venatoria”.
c.s.
CASTELLETTO UZZONE caccia