I resti di Adolfo Vietto, militare italiano morto in un campo di internamento nazista, sono tornati in Italia
Ieri, domenica 12 novembre, le celebrazioni a Lequio Tanaro. L'urna è arrivata dal cimitero militare italiano di Francoforte sul MenoIeri, domenica 12 novembre, è stato celebrato a Lequio Tanaro il rientro dei resti di Adolfo Vietto, militare italiano, nato a Mondovì e vissuto a Dogliani, morto per tubercolosi e stenti in un campo di internamento in Germania. Di stanza ad Alba, era stato rastrellato dai nazisti durante una licenza.
Quando è morto, nel 1944, Vietto aveva appena vent’anni: si stima che i militari italiani morti nei campi nazisti siano stati circa seicentomila. L’urna è arrivata dal cimitero militare italiano di Francoforte sul Meno, grazie alle procedure avviate dalla Onlus “Colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo” su richiesta del nipote Aldo Vietto, di Mondovì. Ad attendere i resti a Lequio Tanaro c’erano i rappresentanti delle associazioni partigiane, dei deportati e d’Arma e i parenti di Vietto, oltre ai gonfaloni di alcune delle città decorate per la Resistenza e ad autorità civili e militari.
Vietto, nato a Mondovì il 4 giugno 1924, fu deportato a Dortmund dove morì il 9 giugno 1944.
Redazione
LEQUIO TANARO adolfo vietto