Il Soccorso Alpino simula un difficile salvataggio in una grotta della val Corsaglia
Più di cinquanta tecnici di varie specializzazioni hanno preso parte alla complessa esercitazione: si tratta di un’esperienza unica a livello nazionaleSabato 6 e domenica 7 aprile 2024 il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese ha organizzato una grande esercitazione di soccorso speleologico, alpino e in forra nella zona della grotta della Mottera, in val Corsaglia. Si è trattato di una complessa simulazione ideata per migliorare il coordinamento e l’interoperatività delle diverse specializzazioni del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico a cui hanno operato oltre 50 tecnici.
Dopo una prima prova di ricerca dispersi nella giornata di sabato, a partire dalla serata sono stati attivati i soccorritori speleologici che sono entrati all’interno della Grotta della Mottera raggiungendo un figurante che simulava una caduta traumatica durante un’attività esplorativa del percorso ipogeo. I sanitari presenti con le squadre diagnosticavano un trauma toracico con frattura costale e pneumotorace con collasso completo del polmone. Tutti i parametri del paziente venivano monitorati tramite un prototipo di ecografo sperimentale collegato a un tablet e veniva allestita una rete telefonica per trasmettere i dati dell’infortunato a una squadra di sanitari presenti presso il campo base all’esterno della grotta. In seguito il ferito è stato condizionato e imbarellato per iniziare il trasporto verso l’uscita.
Poiché la grotta presentava abbondante acqua in seguito alle straordinarie precipitazioni recenti, si è deciso di utilizzare la barella utilizzata nei soccorsi in forra che, grazie alla tenuta stagna, garantisce maggiore confort al paziente. In questa fase ha operato anche la commissione disostruzione che ha ampliato alcuni passaggi eccessivamente stretti. Quando, all’alba di domenica, la barella è giunta nei pressi dell’uscita della grotta, situata in corrispondenza di una cascata particolarmente abbondante per la stagione, l’infortunato è stato passato dai soccorritori speleo ai forristi che hanno proceduto con il superamento del tratto in acqua. Infine, è avvenuto l’ultimo passaggio di consegne del paziente che è stato affidato ai soccorritori e sanitari alpini che hanno allestito una teleferica con cui la barella è stata trasferita sul versante opposto del vallone per il definitivo trasporto a valle.
L’intera esercitazione ha avuto la finalità di coinvolgere specializzazioni operative molto diverse ma complementari. In primis le competenze tecniche di soccorritori speleo, forristi e alpini che hanno lavorato fianco a fianco per due giorni interi. Inoltre la specializzazione di sanitari speleo e alpini che si sono confrontati su procedure e strategie nei rispettivi ambiti di azione e hanno ottimizzato la fase del passaggio di consegne cliniche del paziente. Infine, sono state simulate situazioni di urgenza sanitaria per addestrare i tecnici a supportare le squadre mediche durante le operazioni di stabilizzazione del ferito.
Per la complessità organizzativa e degli scenari previsti, questa tipologia di esercitazione è un’esperienza unica a livello nazionale che i vertici del CNSAS hanno giudicato molto positivamente e preso come modello da proporre nelle altre regioni dello stivale.
c.s.
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