Mondovì presenta il nuovo Museo della Stampa: “Un polo unico al mondo”
Nella città dove nacque la tipografia piemontese, torna visitabile all’ex Collegio delle Orfane la più completa raccolta di macchinari per la stampa in ItaliaEra l’anno 1472 quando a Mondovì veniva pubblicato il primo libro stampato in Piemonte con caratteri mobili, il Confessionale del teologo e vescovo domenicano Antonino Pierozzi, poi divenuto santo.
Una tradizione vecchia di oltre mezzo secolo che rivive ora nel nuovo allestimento del Museo Civico della Stampa, ospitato a Piazza nel seicentesco Collegio delle Orfane, già convento dei Carmelitani Scalzi. Qui è tornata a risplendere dopo anni di restauri - inframmezzati da un ricorso al Tar - la più completa raccolta pubblica di macchine e attrezzature per la stampa esistente in Italia. Il Museo si trova al piano terra dell’edificio, articolato in sei sale espositive con due laboratori dedicati alla grafica e alla tipografia e la ricostruzione di una vera e propria tipografia a conduzione familiare.
Tra macchine da stampa storiche, torchi e linotype la collezione conserva pezzi di pregio. L’esemplare più antico è un torchio tipografico del XVII secolo utilizzato dalla Regia Università di Torino, ma nel percorso sono esposte anche le macchine utilizzate da don Giovanni Bosco nella prima scuola professionale per tipografi, fondata a Torino nel 1862, e la grande pianocilindrica che nel 1848 ha stampato il primo numero de La Gazzetta del Popolo.
A porre le premesse per la rinascita del Museo è stata l’adesione al bando interventi Faro varato dalla Fondazione CRC nel 2017. Grazie al contributo di due milioni di euro assegnato dalla fondazione bancaria l’amministrazione comunale ha potuto sostenere il progetto Liber, finalizzato alla realizzazione di un Polo Culturale di cui il nuovo Museo della Stampa costituisce solo il primo mattone. Nell’ex Collegio, ha ricordato il sindaco Paolo Adriano, troverà casa anche il Fondo storico con 25mila libri antichi provenienti dalla Biblioteca civica: “Il nostro prezioso patrimonio di libri antichi vivrà in questo luogo e dialogherà con le macchine. Questo edificio era un contenitore vuoto, viene restituito ai cittadini e al territorio come luogo di cultura”. “Mi piace definire questo un museo ‘ruvido’ perché racconta il lavoro, quello di migliaia di tipografi che hanno operato attraverso i secoli nel territorio monregalese” ha fatto eco l’assessore alla Cultura Luca Olivieri, ringraziando i numerosi artefici e benefattori del nuovo allestimento.
Ezio Raviola ha salutato come vicepresidente di Fondazione CRC il compimento del primo dei progetti Faro varati dall’istituto: “Inauguriamo un museo unico a livello nazionale. Felice di aver fatto una scelta giusta insieme al presidente Genta e al consiglio di amministrazione della Fondazione passato e presente”.
Andrea Cascioli
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