A Verzuolo 'Buona Terra', il progetto di accoglienza diffusa dei migranti stagionali
Rispetto al 2018 ci sarà un container in più: sale così a 30 posti letto la disponibilità per lavoratori contrattualizzati nel verzuoleseDal 10 luglio è ripartito il progetto di accoglienza diffusa al campo di via XXV Aprile a Verzuolo. Rispetto al 2018 ci sarà un container in più: sale così a 30 posti letto la disponibilità per lavoratori contrattualizzati nel verzuolese. Il progetto quest’anno si chiama “Buona Terra”: capofila il Comune di Saluzzo affiancato, oltre che da Verzuolo, anche dai «colleghi» di Lagnasco e Costigliole, il Consorzio Monviso Solidale, Confcooperative, Coldiretti, Confagricoltura, Caritas, Cgil e Cisl.
“Aderiamo per fornire un servizio alle aziende che non hanno possibilità di dare alloggio ai propri lavoratori e per dare una risposta ai lavoratori – spiega Mattia Quaglia, assessore all’agricoltura del Comune di Verzuolo -: è una soluzione tampone, ma è quanto il Comune insieme all’impegno di tanti volontari del paese e degli Amministratori riesce a garantire da diverse stagionalità quest’anno anche per 6 lavoratori in più”. “Aderiamo anche per liberare il Pas (Prima accoglienza stagionali) di Saluzzo da un certo numero di lavoratori verzuolesi, riducendo in questo modo gli spostamenti in bicicletta degli stessi – continua Quaglia -. Il problema però resta: c’è la necessità di un intervento normativo sulle politiche del lavoro, del reclutamento della manodopera e dell’incontro tra domanda e offerta stagionale. I Comuni non hanno le competenze in materia di accoglienza e impegnano risorse proprie, il tutto su base volontaria”. Nel 2018 il Comune di Verzuolo aveva speso poco meno di 7600 euro scesi a 1400 euro grazie al contributo della Regione (di poco meno 3200 euro) e delle aziende (poco meno di 3mila euro). Per il 2019 sono già stati impegnati da parte del Comune più di 7400 euro (comprensivi di allestimento, noleggio, utenze e pulizia) al quale si aggiunge il costo dei dipendenti comunali che seguono operativamente il progetto.
“Oltre ai soldi l’apertura del campo è un impegno grande – conclude Quaglia -: non essendo un immobile occorre un’attenzione quotidiana che garantiscono anche tanti volontari a cui va il nostro sincero e sentito ringraziamento”.
c.s.
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