Con il “patto di Ostana” Torino guarda alle valli alpine
A siglare l’intesa nel comune della valle Po, con l’assessore Paolo Mazzoleni, c’erano i rappresentanti di Confcooperative e UncemIl “patto di Ostana” è stato sancito sabato scorso nel Comune della Valle Po tra il Comune di Torino, con l’assessore cittadino Paolo Mazzoleni, Confcooperative e Uncem. Un accordo decisivo per dire come il capoluogo sta in relazione con i piccoli Comuni, con le montagne.
“Ostana - commenta l’Uncem - è idealmente contenitore di tutti i 550 Comuni montani piemontesi e 3850 italiani. In Ostana ci stanno senza competizione o invidie, tutti i Comuni delle Valli. Che lavorano insieme negli ambiti territoriali, con le Unioni montane. Torino è, con il “Patto”, città che al posto di guardare al suo interno, ai 15 minuti nel suo stretto perimetro, alle crisi delle periferie contrapposte alle magnifiche sorti delle ztl, si apre ai territori. Cosa che non ha fatto nel 2006. Ma non è fallito quel modello. Torino verso il 2050 non diventa periferia di Milano, isola del nord ovest, bensì sinergica con Ostana, Crissolo, Balme, Val di Chy, Garessio, Cantalupo Ligure, Angrogna, Pinasca. Non servono nuove leggi o finanziamenti. Mazzoleni, intervenendo a Ostana al Festival nazionale delle Cooperative di comunità, ha aperto a nuovi modi di abitare il territorio che nascono proprio dai paesi, non senza città. Insieme”.
“Il Patto è stato formalizzato con Confcooperative e Uncem, organizzazioni che si occupano di imprese ed Enti locali, di come questi stiano nelle transizioni e nel cambiamento. - affermano Marco Bussone, presidente Uncem nazionale, e Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte - E Torino deve accompagnare questo percorso, con nuovi flussi. Abbiamo chiesto a Mazzoleni di portare un messaggio chiaro al Sindaco Stefano Lo Russo, anche per mezzo di Francesco Tresso e Gianna Pentenero, assessori cittadini che ben conoscono questi temi. Apriamo la Sala Rossa per un giorno alle sfide di 'Torino Città delle Alpi', Capoluogo Alpino. Un dibattito schietto sull'unico futuro possibile per la città. Stare in sinergia e unità con Cuneo, Biella, Pinerolo, Ivrea, Saluzzo... e da qui aprire flussi nuovi di idee, processi, economie. La montagna è al centro di neopopolamento e cambiamento climatico. In questo binomio sta la chiave del patto. Per rendere Torino città dei territori, delle Alpi. Dobbiamo concretizzare la metromontanità”.
Accanto a Mazzoleni, con Bussone e Colombero, ad affermare il patto c'erano Sandro Durando e Massimiliano Monetti di Confcooperative, Giovanni Vetritto, direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Federico Bernini della Cooperativa Viso a Viso di Ostana, Silvia Rovere e Giacomo Lombardo, sindaco e vice di Ostana, Antonio De Rossi, Politecnico di Torino. “Il suo nuovo Piano regolatore urbano - proseguono Colombero e Bussone - non può fermarsi alle mura amministrative. I confini vanno superati. In primis con i 40 Comuni della prima cintura. E poi con le valli. Sestriere o Bardonecchia non sono più e non devono essere proiezione ludica della Crocetta. Ala di Stura e Ostana, o Busca e Acceglio, non sono luoghi della wilderness della città solo perché rilasciano quasi gratuitamente acqua e perché i boschi assorbono Co2 prodotta nelle zone urbane. Quei servizi ecosistemici hanno un valore. Cambiamo dunque paradigma. Il patto con i territori va fatto, montagna e aree urbane sono sinergiche e non contrapposte, checché ci sia chi dice che monte e piano non si capiscono. Roba vecchia, del passato. Aree urbane e aree rurali e montane in tutta Europa stanno individuando sinergie. E così, in Sala Rossa, una prossima seduta sarà su montagne e città in sinergia. Il primo patto di questo genere in Europa, il primo Consiglio comunale torinese che dica che la strada è di unità e scambio con le valli alpine anche transfrontaliere. Oltre ogni ideologia. Concreto patto su imprese, trasporti, sanità, welfare, nuova economia, risorse ambientali, foreste. Torino sceglie nel Patto di Ostana l’unica via possibile per il capoluogo piemontese. I paesi delle Valli chiedono a Torino di essere sinergica forza di cambiamento con nuovo sguardo per le montagne, i paesi. Ove la forza di gravità non è solo dimensione sportiva da affrontare in velocità, ma assume ruolo politico per dire come le aree urbane, con tante povertà e ricchezze, non si chiudono nel loro confine. Torino vince ‘insieme’, dice il Patto di Ostana”.
c.s.
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