'Non andrà tutto bene, ma non andrà tutto male se avremo imparato qualcosa'
Le riflessioni di Giorgio Nova, responsabile dei Pronto Soccorso di Savigliano e Saluzzo: 'Ne usciremo, con le ossa rotte ma ne usciremo'“Non si può dire "Andrà tutto bene”, perché tutto bene non è già andato! Già adesso sono morte migliaia di persone di troppo, morte, come già tanti rilevano, da sole, lontane dai propri cari, con tubi, sondini, cateteri, persone che non potranno avere neppure delle esequie degne del loro glorioso vissuto, degne dell'affetto che le ha circondate in vita”. E’ un passaggio della riflessione che Giorgio Nova, responsabile dei Pronto Soccorso di Saluzzo e Savigliano, ha affidato al suo profilo Facebook. Una riflessione che arriva da chi sta vivendo in prima linea la pandemia di Coronavirus, da chi ha visto con i suoi occhi gli effetti devastanti di un’emergenza sanitaria che non ha precedenti nella nostra storia recente.
“Ho deciso di scrivere - spiega Nova - soprattutto perchè provo un certo sentimento negativo per quelle numerose affermazioni che passano sui social ,della serie “Andrà tutto bene". Lo so che l'intenzione è positiva, è quella di indurre positività, coraggio, perseveranza, persistenza, sostenere chi combatte quotidianamente, giorno e notte, contro questo bastardo di virus, e mi scuso con coloro che fanno queste annotazioni”.
Molte cose, al di là degli slogan che rimbalzano sui social, sono già andate male, e altre lo faranno nei prossimi mesi: “Non è già andato tutto bene perchè questa situazione ha compromesso la vita di molti che potrebbero perdere il lavoro o ridurre drasticamente il proprio reddito magari già appena sufficiente. Alla fine certamente ci sarà una ripresa, una ripartenza, come dopo tutte le grandi crisi epocali, come dopo una guerra, ma non saremo più come prima. E non è già adesso andato tutto bene perché un essere sub cellulare di alcuni nanometri di diametro, che non è neppure capace di riprodursi senza parassitare per una cellula vera e propria, è riuscito a limitare la libertà di milioni di persone (forse miliardi)”.
Il responsabile dei Pronto Soccorso di Saluzzo, nella sua lunga riflessione, oltre a ripetere ancora una volta l’invito a rimanere in casa il più possibile, lancia però anche un messaggio di speranza: “Ne usciremo, con le ossa rotte ne usciremo. Non sarà andato tutto male se impareremo qualcosa dalla solidarietà che stiamo sperimentando, dall’abnegazione di tutte le persone impegnate su tutti i fronti, dal significato di una "sanità pubblica", se impareremo a decidere sul significato di scelte strategiche: se è meglio comprare respiratori o aerei da combattimento, oppure, qualcuno potendo pensare che l'affermazione precedente sia demagogica, se è meglio costruire ospedali o comprare aerei. Se impareremo qualcosa sul significato del pagare le tasse, se continueremo ad esercitare la solidarietà con i sofferenti, con gli sfortunati, con gli ultimi della terra. Questa è la vera speranza”.
Redazione

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