Un anno di servizio civile al Monviso Solidale: conclusa l’esperienza per ventuno giovani
Con un’età compresa tra i diciotto e i trent’anni, gli operatori volontari hanno terminato il proprio percorso il 26 giugnoMercoledì 26 giugno si è conclusa per 21 ragazze e ragazzi l’esperienza di un anno da operatore volontario di servizio civile al Consorzio Monviso Solidale, svolta in attività di assistenza a persone con disabilità e anziani e di assistenza all’educazione di minori e giovani. Con un’età compresa tra i diciotto e i trent’anni e con una maggioranza di giovani nati tra il 2002 e il 2004, il gruppo era composto in larga prevalenza da ragazze. Dei ventuno giovani, 6 provengono dal territorio Fossanese, 7 da quello Saluzzese e 8 da Savigliano e dintorni.
"Ancora una volta – ha detto il presidente del Consorzio Monviso Solidale Gianpiero Piola durante l’incontro conclusivo con gli operatori volontari – la fine del servizio civile e la consegna degli attestati agli operatori è stata l’occasione per constatare come questa attività ben si integri con le attività sociali del Monviso Solidale sul territorio e che aiuta enti con cui il consorzio collabora. Si tratta inoltre di una attività estremamente formante per chi la svolge: giovani che conoscono realtà nuove e fanno un’esperienza di vita di un anno mettendosi in discussione con l’obiettivo di imparare e di avvicinarsi anche a una professione: è un momento di grande crescita che ha certamente conseguenze positive per la loro vita".
L’anno di servizio civile rappresenta un percorso arricchente dal punto di vista della crescita personale, grazie alla possibilità di confrontarsi con realtà diverse dalla propria e impegnarsi in attività di sostegno alla persona che diventano un’occasione di maggiore apertura mentale, che si traduce in molti casi in un cambio di prospettiva sulla propria vita sotto il profilo dello studio o professionale: tra i giovani che hanno fatto questo percorso c’è chi ha scelto di iscriversi al corso di laurea in Scienze dell’Educazione per rimanere nel settore o chi, dopo esperienze di studio non premiate nella scuola superiore e la voglia di interrompere il percorso prima del conseguimento del diploma ha deciso di cambiare orientandosi verso un indirizzo socio-pedagogico. C’è anche chi ha scoperto di preferire iscriversi alla facoltà di Teologia anziché seguire il sogno di diventare Carabiniere o chi, grazie alle forti emozioni provate in questo anno al servizio del prossimo, ha riscoperto la voglia di vivere. Interessante l’esperienza dell’operatore volontario ad Ostana che si è trasferito per un anno intero nel paesino della valle Po facendo al contempo l’esperienza di vivere da solo per la prima volta e di risiedere un anno in alta montagna. Per alcuni, è infine arrivata anche l’assunzione nel luogo dove hanno svolto il percorso da operatore volontario, a coronamento di un anno dove si sono distinti per l’attenzione e la professionalità seppur così giovani. Percorsi e storie che descrivono in sintesi l’importanza di questa esperienza e l’impatto che ha su chi la vive.
Per questa ragione c’è molto rammarico, condiviso sia dalla direzione del Consorzio Monviso Solidale che dalle singole sedi di assegnazione dei volontari, che non sia previsto l’avvio di nuovi percorsi in questa annualità, anche a causa dei tagli al finanziamento dei progetti di Servizio Civile universale operati nel corso degli scorsi mesi. Per vedere all’opera nuovi operatori volontari si dovrà invece attendere l’esito della valutazione del nuovo progetto presentato a inizio giugno, che tuttavia potrà prendere avvio, se finanziato, soltanto tra circa un anno.
c.s.
SALUZZO monviso solidale