CUNEO - Ecco cosa è successo la settimana scorsa al Centro Islamico di Corso Gramsci

La Questura fa chiarezza dopo il trasporto di un feretro all’interno dei locali per una commemorazione funebre: 'Un errore in buona fede'. Ma le sanzioni sono partite

s.m. 18/02/2020 13:40


Nella mattinata di oggi, martedì 18 febbraio, gli uffici della Questura hanno fatto chiarezza su quanto accaduto la scorsa settimana presso il centro culturale sede dell’Associazione Islamica della provincia di Cuneo. Nei giorni scorsi il trasporto di un feretro all’interno dei locali di corso Gramsci 34 è stato ripreso da alcuni residenti con gli smartphone. Le immagini sono state pubblicate su alcuni mezzi d’informazione e l’argomento è finito al centro del dibattito nel Consiglio comunale del capoluogo, dove dai banchi di minoranza la Lega ha chiesto la chiusura di quella che ritiene una vera e propria Moschea e non un centro culturale.
 
A parlare con i giornalisti di quanto accertato dalla Questura è stato il dirigente responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Questore, il quale ha spiegato che già nella mattinata di sabato 15 febbraio sono stati effettuati gli opportuni accertamenti sull’accaduto.
 
Il feretro era di un marocchino residente a Boves deceduto all’Hospice di Busca. L’uomo è stato tumulato al cimitero musulmano di Alessandria. Ad effettuare il trasporto è stata un’agenzia di Torino specializzata nel trasporto funebre con rito islamico. È stata la famiglia del defunto a richiedere il passaggio presso il centro di corso Gramsci, per una breve commemorazione funebre, senza sapere che fossero necessari permessi e autorizzazioni (che andavano chiesti al Comune).
 
Ingenuamente l’agenzia di pompe funebri e i responsabili del centro hanno acconsentito e ora, come già annunciato nel Consiglio comunale di ieri dall’assessore alla Polizia Municipale Paola Olivero, saranno sanzionati. Le multe sono già partite. “C'è stata leggerezza, sia da parte della famiglia del defunto che da parte dell'impresa torinese - ha spiegato il dirigente -, ma si è trattato di un errore in buona fede”.
 
 

Notizie interessanti:

Vedi altro