Assunta Casella deve scontare una condanna a 21 anni per l’omicidio del marito 78enne Severino Viora, trovato morto nel noccioleto della sua casa a Paroldo nel giugno 2016. Nell’ottobre 2018 la Corte d’Appello di Torino aveva confermato il verdetto pronunciato dai giudici di Cuneo l’anno precedente. Lo scorso venerdì anche la Cassazione si è espressa rigettando il ricorso presentato dai legali della donna.
Dopo due anni trascorsi agli arresti domiciliari, prima nel Saluzzese e poi in una struttura alla periferia di Torino, la 60enne sarebbe dovuta essere trasferita in carcere. I carabinieri che erano andati a prelevarla lunedì scorso, però, non l’hanno trovata. La sua fuga, resa nota dai mezzi di stampa nella giornata di ieri (mercoledì 9 ottobre), è durata appena 48 ore e si è conclusa lo stesso giorno.
Severino Viora sarebbe stato narcotizzato con un sonnifero e poi soffocato. Alla moglie, unica imputata, i giudici avevano concesso le attenuanti generiche ed escluso l’aggravante del ‘mezzo insidioso’ per l’omicidio, contestata dalla Procura che aveva chiesto la condanna all’ergastolo.
La donna, madre di tre figlie, si è sempre proclamata innocente. Durante l’istruttoria a suo carico era emersa una situazione familiare di forte degrado. Il marito, di diciotto anni più anziano, l’avrebbe letteralmente ‘acquistata’ dalla famiglia di origine in Calabria, quando la sua futura moglie aveva appena 14 anni. Portata in Piemonte, la donna sarebbe stata oggetto per anni di maltrattamenti e abusi, venendo perfino costretta a prostituirsi.