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Con l’acquisizione del marchio A.C. Cuneo 1905, per quanto storico, il Cuneo Calcio non ha al momento acquisito alcuni diritto sportivo in più rispetto a quelli che aveva prima del 30 giugno o a quelli che avrebbe avuto nel caso non avesse vinto l’asta”. A parlare è
Roberto Scrofani, segretario del comitato regionale della Lega Nazionale Dilettanti di calcio, che fa chiarezza sul tema del momento per quanto riguarda il pallone cuneese, ovvero il futuro del
Cuneo, che ieri si è aggiudicato
l’asta giudiziaria che metteva in vendita il marchio della “vecchia” società biancorossa fallita a dicembre del 2019 (provvisoriamente, in quanto nei prossimi dieci giorni i concorrenti avranno possibilità di rilanciare).
Acquisito il marchio, ora l’attenzione si sposta sul fronte sportivo. L’obiettivo della società, la cui prima squadra non è riuscita a conquistare la promozione dalla Terza alla Seconda Categoria nell’ultima anomala stagione, è quello di “scalare” alcune categorie tramite fusione o ripescaggio, ma ad oggi ogni discorso è congelato, dopo alcune trattative imbastite nei mesi scorsi ma non andate a buon fine (una delle quali con l’Olmo, che poi ha partecipato all’asta giudiziaria di ieri). Nelle scorse settimane il presidente Mario Castellino aveva rimandato ogni valutazione a dopo l’asta, chiarendo come l’obiettivo fosse la partecipazione (almeno) al campionato di Promozione. Oggi quel giorno è alle spalle e il marchio è stato acquisito, ma in realtà a livello sportivo per il Cuneo FC la situazione non è cambiata di molto: come chiarito da Scrofani, la proprietà del titolo “A.C. Cuneo 1905” non sposta la situazione dei biancorossi dal punto di vista del campo.
“Il diritto a partecipare ad una categoria superiore (nel caso specifico la Serie D, ndr) - specifica il segretario regionale della LND - apparteneva alla vecchia società A.C. Cuneo 1905, ma è stato cancellato dalla stagione di inattività. In quest’ottica l’acquisizione del marchio, per quanto sia importante per la società, non fornisce al Cuneo alcun diritto sportivo in più. Ad oggi il club ha diritto a partecipare al campionato di Terza Categoria”.
Un vantaggio concreto, per i biancorossi, potrebbe arrivare solo in caso di ripescaggio: tra i criteri per stilare la graduatoria entrerebbe in gioco l’anzianità di affiliazione, che nel caso specifico sarebbe quella dell’A.C. Cuneo 1905. Gli ostacoli su questa strada, però, non sono pochi: innanzitutto c’è da deliberare ufficialmente il cambio di denominazione della società, e in questo senso si potrà procedere solamente dopo il 10 luglio, con l’aggiudicazione ufficiale del marchio (ammesso che non ci siano rilanci). Questo aspetto - da solo - potrebbe comportare uno sforamento dei tempi per presentare richiesta di ripescaggio. In secondo luogo, con il blocco delle retrocessioni disposto dalla Promozione in giù a causa dello stop dovuto all’emergenza Coronavirus gli organici dei campionati sono ad oggi pressoché completi, al netto di fallimenti, mancate iscrizioni e fusioni che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane. Lo scenario più probabile in caso di ripescaggio porterebbe il Cuneo in Seconda Categoria, più complicata l’ipotesi di un doppio o triplo salto (anche se, va detto, le estati del calcio italiano tradizionalmente riservano sorprese anche a livello dilettantistico, quindi non esistono possibilità da escludere categoricamente).
Insomma, l’acquisizione del marchio rappresenta sicuramente un tassello importante, con cui il Cuneo potrà tornare alla denominazione storica utilizzando il logo, altrettanto storico, caratterizzato dall’aquila, ma a livello sportivo la situazione non è cambiata rispetto all’altro ieri: per provare a riportare i biancorossi verso le categorie più nobili del calcio piemontese la partita è ancora tutta da giocare.