In vista della tappa del 24 maggio, ripercorriamo i passaggi del Giro d'Italia nella nostra provincia, dall'epoca dei pionieri all'impresa di Nibali nel 2016. Un racconto a puntate che ci accompagnerà all'attesissima Abbiategrasso-Prato Nevoso, potenzialmente decisiva per il Giro 2018.
Un anno dopo l'esplosione di Marco Pantani e il debutto del Colle dell'Agnello, il Giro ritorna in provincia Granda: il 31 maggio 1995 la 18° tappa (221 km) porta la carovana da Stradella fino al Santuario di Vicoforte. All'ombra della cupola monregalese vince Denis Zanette.
Il giorno dopo è in programma il “tappone”: si parte da Mondovì, si arriva a Briançon dopo aver scalato il colle dell'Agnello. I tifosi sperano in un grande spettacolo, sono attesi gli attacchi di Chiappucci, Ugrjumov e Berzin alla maglia rosa Rominger, saldamente in vetta alla generale ormai dalla seconda tappa.
La notte tra il 31 maggio e il 1° giugno in alta valle Varaita nevica, ma la direzione di gara, dopo alcuni sopralluoghi, decide di mantenere il percorso originale della tappa malgrado le avverse condizioni meteo. La mattina del 1° giugno, poi, le temperature si alzano improvvisamente: mentre la carovana si muove verso la valle Varaita, tre slavine si staccano sul colle dell'Agnello e invadono la sede stradale. La tragedia è scongiurata, si registrano “solo” 12 feriti, si tratta di tifosi che erano già assiepati a bordo strada, ma non c'è tempo per intervenire e rimuovere la neve, la direzione di gara è costretta a “ridisegnare” ed accorciare la tappa in fretta e furia. La corsa, così, si ferma a Chianale, dov'era stato inizialmente posto il traguardo dell'Intergiro, per la delusione di chi già pregustava lo spettacolo sulle asperità del colle dell'Agnello, Cima Coppi di quell'edizione della corsa. Vince lo svizzero Pascal Richard, mantiene la maglia rosa il suo connazionale Tony Rominger, che vincerà il Giro.
Dopo la tappa si scatenano polemiche e rimbalzi di responsabilità: da una parte chi grida allo scandalo e parla di “tragedia sfiorata”, chi definisce “scellerata” la decisione di mantenere il passaggio sull'Agnello malgrado le nevicate della notte precedente, dall'altra l'organizzazione del Giro, che spiega come nulla potesse far presagire pericoli, assicurando di aver avuto le necessarie garanzie di sicurezza prima della partenza della tappa. Per la delusione di chi sperava in un'altra memorabile giornata di sport.
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