Cuneo, passa all’unanimità l’ordine del giorno contro il 5G
Il Consiglio comunale approva la proposta di Lauria per una ‘moratoria’ sulla nuova tecnologia, in attesa di studi che escludano rischi sanitariPassa con il voto favorevole dell’intera assemblea cittadina, trentuno sì su trentuno presenti, l’ordine del giorno che impegna il sindaco di Cuneo a “esprimere (fino a quando non sarà garantita la completa sicurezza di questa nuova tecnologia) parere negativo riguardo l’estensione sul territorio comunale della nuova tecnologia 5G”. In sostanza non si tratta di un niet ma di una moratoria ispirata al principio di precauzione, lo stesso che viene invocato quando si parla dei possibili rischi sanitari connessi all’uso del glifosato.
La notizia, di per sé rilevante dato che si inserisce in un intenso dibattito sui presunti effetti nocivi del 5G, è tanto più significativa perché l’ordine del giorno era a firma del più irremovibile esponente dell’opposizione di destra in Consiglio comunale, Beppe Lauria, ed è stato però caldeggiato anche da un rappresentante storico della sinistra come Ugo Sturlese, e infine adottato con il placet della maggioranza.
Merito della mediazione dello stesso Sturlese che ha emendato la proposta, cancellando i riferimenti alla necessità di “un’ordinanza contingibile e urgente” del sindaco. Nel testo approvato si chiede invece a quest’ultimo di attivarsi in favore di “soluzioni tecnologiche sicure e a basso impatto ambientale e sanitario, quali il cablaggio al posto del pericoloso wireless”. Nonché di promuovere il monitoraggio dei possibili effetti nocivi del 5G sulla popolazione coinvolgendo l’Asl e l’Arpa.
“Ci sono versioni contrastanti riguardo a questa nuova tecnologia in cui solo un conoscitore degli aspetti tecnici questione potrebbe districarsi” ha premesso Lauria, precisando che il senso dell’iniziativa è limitato a sollecitare prudenza in attesa di risposte certe dagli esperti: “Quello che si chiede è solo di aspettare per capire se i rischi siano effettivi oppure no”. Alcuni studi hanno visto una possibile correlazione con effetti cancerogeni e con determinate alterazioni del sistema nervoso centrale, ha ricordato a questo proposito Sturlese, avvertendo che “si tratta di una questione estremamente seria: non è una faccenda di scie chimiche o terrapiattismo”. Mancano infatti, stante la novità del fenomeno, pronunciamenti da parte dello Iarc, l’organizzazione internazionale per la lotta al cancro, e delle massime autorità nazionali in campo sanitario e ambientale: Ispra, Arpa, Istituto superiore di sanità. “Si è espresso solo il Consiglio superiore di sanità - ha spiegato Sturlese - che tuttavia è un organismo tecnico-politico, privo di competenze specifiche in ambito scientifico”.
Dai banchi della maggioranza, il consigliere delegato alle infrastrutture tecnologiche Silvano Enrici si è soffermato sugli aspetti tecnici, invitando a non demonizzare a priori il 5G: “La preoccupazione per la salute tocca tutti, ma se dovessimo annullare i campi magnetici dovremmo spegnere tutti gli elettrodomestici”. Si parla del resto, secondo l’esponente centrista, di una tecnologia dalle potenzialità straordinarie, con una velocità di ben 45 volte superiore a quella delle reti mobili: “Il suo utilizzo è rivolto più ai sistemi industriali che alle comunicazioni private e ha portata rivoluzionaria. Può consentire grandi passi avanti nella diffusione di auto senza conducente o nella possibilità per un chirurgo di operare un paziente a migliaia di chilometri di distanza”.
Per adesso, comunque, vince la cautela. In attesa di dissipare i dubbi, sia sanitari e ambientali che politici, sul futuro che ci attende.
a.c.
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